28 marzo 2023
Aggiornato 04:00
Calcio - Serie A

Milan, il mezzo passo falso che inchioda Galliani

Il pareggio rimediato sabato sera contro l’Atalanta allontana di nuovo il Milan dalle zone alte della classifica e porta in dote con sé, oltre alle straordinarie risposte offerte da Gigio Donnarumma, anche tutti i dubbi relativi all’ultima sessione di mercato: a centrocampo, mancano sostituti all’altezza dei titolari.

MILANO - Non sono passate neppure 48 ore dalla preoccupante serata milanista, conclusa con un indecoroso pareggio contro l’Atalanta, ed ecco tornare a galla tutti dubbi e le perplessità sull’effettivo valore della rosa rossonera, ma soprattutto i rancori mai sopiti da parte della tifoseria nei confronti dell’ineffabile amministratore delegato per la parte sportiva, si proprio lui, Adriano Galliani.
In questo inizio stagione tutt’altro che entusiasmante, che comunque è il più ricco di punti da quattro anni a questa parte (non accadeva dalla stagione 2011-12 che il Milan arrivasse almeno a 20 punti in classifica; allora i rossoneri ne conquistarono 21, nel 2012-13 furono 14, nel 2013-14 ci si fermò a 13, l’anno scorso, con Inzaghi in panchina, i rossoneri arrivarono a 18 punti) l’ad è riuscito a concentrare su di sé tutta l’acrimonia del popolo milanista e non si conclude partita senza qualche coro o striscione contro l’uomo mercato del club di via Aldo Rossi. 

11 punti nelle ultime 5 giornate
Eppure, dopo una partenza alquanto macchinosa, il Milan ha finalmente iniziato a carburare, il tecnico Mihajlovic ha azzeccato qualche mossa tattica, ha spedito in panchina diversi titolari solo sulla carta, ha tirato fuori dalla naftalina alcuni uomini importanti e i risultati sono arrivati. Pensate ad esempio che, nonostante il mezzo passo falso contro l'Atalanta, quella rossonera è la terza squadra per punti conquistati da sosta a sosta (praticamente dall’ottava alla dodicesima giornata): 11 punti per il Milan, a pari punti con i dirimpettai di Naviglio dell’Inter. Meglio dei rossonerazzurri solo la Roma con 12 e il Napoli con 13.

Senza Bonaventura e Bertolacci il buio
Tutto bene quindi? Per carità. È bastata infatti una fastidiosa combinazione di fattori negativi, l’infortunio patito da Bertolacci e il giallo con conseguente squalifica rimediato da Bonaventura nel corso della bella ed incoraggiante vittoria all’Olimpico contro la Lazio, per scompaginare i piani dell’allenatore serbo, mandare a monte piani tattici, idee di gioco, schemi, bel calcio e gettare un velo inquietante sul reale valore della compagine milanista. E non ci si può nemmeno accanire contro la malasorte, perché una cosa è dover rinunciare a quattro o cinque giocatori in un unico reparto ed andare comprensibilmente in crisi, un altro è perderne due e sprofondare nel buio più totale.

Quanti errori nell’allestimento della squadra
L’unica maniera valida per comprendere una tale situazione di crisi è risalire al peccato originale commesso in perfetto effetto stereo dall’amministratore delegato e dall’allenatore rossonero: il primo convinto di aver messo su una rosa di presunti campioni, il secondo sicuro di poter dare al manipolo di sedicenti fenomeni messi a disposizione di Galliani un’anima, un cuore, un’identità tattica e, di conseguenza, anche un ritrovato valore di mercato.

Il mercato di gennaio per porre rimedio
I fatti stanno cinicamente testimoniando che erano entrambi in errore. Una squadra che non può sopperire all’assenza di due calciatori, seppur bravi come Bonaventura e Bertolacci, senza sprofondare nell’oscurità più densa, non può essere considerata una delle candidate ad un posto nella prossima Champions League, figuriamoci a vincere lo Scudetto, come - ormai forse solo per ridere - continua a sostenere il cavalier Berlusconi. Senza offesa, ma onesti lavoratori del centrocampo come Nocerino, Kucka, Poli, Josè Mauri, Suso, Honda, possono essere giudicati discreti rincalzi per squadre in lotta per non retrocedere, non per chi vuole conquistare trofei importanti.
A Milanello e dintorni l’hanno capito tutti, tranne i responsabili di questa situazione. L’augurio è che, entro gennaio, anche Galliani e Mihajlovic ne prendano coscienza, il tempo per correre ai ripari c’è tutto.