23 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Calciomercato

Milan umiliato sul mercato ma Berlusconi continua a parlare…

L’Inter mette le mani su Brozovic, rifilando l’ennesimo schiaffo alle ambizioni milaniste, mentre il Cavaliere ribadisce i suoi deliranti concetti: «Questa rosa non è inferiore a nessuno». Intanto Inzaghi è costretto a risollevare l’umore dei suoi ragazzi e tentare l’impresa a Roma con la Lazio.

MILANO - Povero Milan, in balia del suo presidente. Mentre i rivali di Naviglio continuano a fare colpi su colpi (iniziano a vedersi i benefici effetti dell’avvento di Mancini sulla panchina dell’Inter) e dopo Podolski e Shaqiri anche Brozovic, a lungo e vanamente inseguito da Galliani, si appresta a prendere la via di Appiano Gentile, i tifosi del Milan devono continuare ad accontentarsi degli sproloqui di Berlusconi. Il cavaliere sembra ormai sempre più calato nella parte di colui destinato a risollevare l’ambiente: «Non dovete demoralizzarvi - le parole del presidente durante la sua consueta visita del venerdì a Milanello - perchè io ho detto e lo ripeto che non cambierei mai questa rosa con nessun altra rosa di una squadra italiana. Sono felice della rosa che ha il Milan e voi dovete esserne consapevoli, senza avere malinconie e paure perché nel calcio ci sono momenti buoni e momenti meno buoni. Ricordatevi che il presidente e tutta la società hanno la massima fiducia nell'allenatore e in tutti voi».

BROZOVIC COME TEVEZ, STROOTMAN, LJAJIC ETC. ETC. - Peccato che quel gruppo che Berlusconi cerca di risollevare con i suoi discorsi deliranti è sempre più sull’orlo di una crisi di nervi, in preda a enormi crisi di autostima e di fiducia e andando avanti in questo modo, grazie al disinteresse economico presidenziale, le cose non potranno certo migliorare, anzi.

Dicevamo in apertura di Brozovic. Il centrocampista croato, corteggiato spudoratamente da Galliani per diverse settimane, alla fine è stato acquistato dall’Inter, seguendo un copione tristemente noto ai tifosi del Milan (vedi casi Tevez, Stroootman, Ljajc, Nainggolan, Iturbe, solo per citarne alcuni tra i più recenti): l’amministratore delegato individua gli obiettivi giusti per rinforzare la rosa del Milan, mette in piedi trattative, briga, traffica, ottiene l’ok da tutti, arrivato il momento di chiudere, ecco - puntuale come una cambiale - il «niet» presidenziale, mai disposto a finanziare uno straccio di campagna acquisti decente per la sua squadra.

INZAGHI: CON LA LAZIO CI SARÀ REAZIONE - Inevitabile che poi le colpe finiscano per ricadere tutte sul malcapitato allenatore di turno. È toccato prima a Leonardo, poi a Allegri, quindi a Seedorf e ora è il turno del povero Inzaghi, gratificato nelle ultime ore perfino dal prestigioso Tapiro d’Oro.

Super Pippo, grande incassatore, nella conferenza stampa di vigilia di Lazio-Milan ha provato a tirar fuori la grinta dei bei tempi, quando incendiava il campo (e gli avversari) con i suoi scatti brucianti: «Sono molto sereno perchè sto facendo il mio lavoro con il massimo impegno vedo che la squadra si allena bene. Non possiamo in due settimane aver perso tutto e sono sicuro che già a Roma ci sarà una bella reazione da parte dei ragazzi. Io non penso sia un problema tattico, visto che abbiamo fatto tante volte bene».

MONTOLIVO AL CENTRO, SUSO IN PANCHINA - Giusto, però il Milan ha anche fatto tante volte male, troppe volte male, se è vero che nelle ultime dodici partita la squadra ha vinto solo due volte totalizzando appena 12 punti. Adesso a Inzaghi spetta il compito di trovare il modo di risollevare una media praticamente da retrocessione: «Bisogna ritrovare compattezza e spirito di sacrificio. Ho visto bene la mia squadra in allenamento, abbiamo scacciato le paure. Sono molto fiducioso e non vedo l'ora sia domani. Il nostro obiettivo è cercare di tornare a fare calcio spensierato. Montolivo sta bene e giocherà lui davanti alla difesa». 

E per finire un pensiero anche per il neo arrivato Suso: «Ha una grande tecnica e grande applicazione, l'importante è che sia arrivato prima di giugno così potrà integrarsi nel gruppo e nel nostro gioco. L'ho visto già pronto e per questo l'ho convocato».