MES, Nicola Zingaretti in pressing sul Governo: «Basta tergiversare, per la sanità risorse mai viste»
Il Segretario del PD: «La danza immobile delle parole, slogan, furbizie lasciamoli alle destre». La replica del Movimento 5 Stelle: «Dubbi fondati su ragioni giuridiche ed economiche»

«Rinascita è anche questo: avere una visione nuova, fondata su un modello di integrazione delle politiche sanitarie e sociosanitarie da realizzare con idee e investimenti. Si tratta di una parte fondamentale di quel nuovo modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale di cui spesso abbiamo parlato già prima del coronavirus. Ora sappiamo che è indispensabile e improcrastinabile». Questo uno dei passaggi dell'intervento di Nicola Zingaretti sul Corriere della Sera.
Il segretario del Pd torna sul tema del Mes e afferma che «oggi possiamo avere le risorse mai viste prima per fare quei grandi investimenti che ci permetteranno di migliorare la qualità dell'assistenza e della cura delle persone e, insieme, anche di dare un concreto impulso alla ripresa economica».
«MES è uno strumento finanziario totalmente diverso»
Per Zingaretti, in campo sanitario è ora «di costruire un nuovo modello. L'attuale sistema di cura e presa in carico fondato su tre politiche distinte che spesso non comunicano - sanità, sociale e terzo settore - ha mostrato tutti i suoi limiti, non va più bene, è inadeguato». Il Mes, aggiunge, «è stato criticato e combattuto da molti, ma ora è uno strumento finanziario totalmente diverso da quello del passato. Le destre sono abituate a cavalcare i problemi e non a trovare soluzioni per risolverli. Chi sta governando l'Italia ha il compito opposto».
Infine, l'affondo: «Io non credo possiamo permetterci ancora di tergiversare. La danza immobile delle parole, slogan, furbizie lasciamoli alle destre, noi anche nel nostro partito dedichiamoci a dare risposte alle persone e ricostruire l'Italia uniti».
M5s: «Dubbi fondati su ragioni giuridiche ed economiche»
«I dubbi del Movimento 5 Stelle sul Mes non nascono da mere ragioni ideologiche, ma sono circostanziati in modo puntuale da motivazioni giuridiche ed economiche alle quali commentatori ed esponenti politici non rispondono nel merito». Lo sostiene in una nota Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare del Movimento 5 Stelle e Vicepresidente del Parlamento europeo.
«In primis è bene ribadire che il Mes finanzierebbe solo le spese sanitarie dirette e indirette legate al Covid, quindi in nessun modo potrebbe essere utilizzato per sostenere aiuti alle famiglie o alle imprese, e tentare di utilizzarlo per coprire la spesa corrente della sanità sarebbe parimenti una violazione di quanto disposto dalla regolamentazione di tale linea. Considerarlo come salvifico per la nostra economia - afferma Castaldo - è dunque sbagliato e controproducente. Nonostante siano state rimosse le condizionalità di accesso al fondo, ne permangono di rilevanti per il rientro come il sistema di allerta rapido sancito dall'articolo 13 del Trattato del Mes e i controlli post-programma previsti dal secondo regolamento europeo del cosiddetto Two Pack. Questi due elementi concederebbero troppi poteri al board del Mes in merito alle modalità e alla tempistica con cui il Paese richiedente dovrebbe rientrare dal prestito scavalcando dunque le libere scelte politiche del suo esecutivo. Spagna, Portogallo, Grecia hanno più volte ribadito i loro dubbi sulla volontà di accedere a questo strumento, e difatti non se ne sono avvalse: questo dibattito non a caso infuria impropriamente solo in Italia».
Inoltre, sostiene ancora Castaldo, «non dobbiamo dimenticare l'effetto 'stigma dei mercati', ovvero il pericolo che gli operatori finanziari leggano l'accesso al Mes come l'ammissione manifesta di una difficoltà o impossibilità del Paese stesso a reperire risorse sui mercati. Noi vogliamo proteggere il nostro Paese dai potenziali attacchi speculativi e siamo al governo per portare l'Italia fuori dalla crisi con gli strumenti più idonei, come il Next Generation EU, la cui portata è di ben lunga superiore a tutti gli altri strumenti europei messi finora in campo».
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