19 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Il caso

Verso la manovra. Il M5s minaccia «vendette» contro il ministero dell'Economia

Nella registrazione «scandalo» di Rocco Casalino c'è tutto il «cambiamento» che vuole il Movimento: «Se non si farà il reddito di cittadinanza passiamo ai coltelli»

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ROMA - Dopo le polemiche sul «mega-stipendio», che poi «mega-stipendio» non è, Rocco Casalino è finito nuovamente nel ciclone. Stavolta per una registrazione audio in cui minaccia quei «pezzi di m....» del Mef di una vera e propria vendetta «se non si trovano i soldi per il reddito di cittadinanza». Casalino è al telefono con due giornalisti e fa da 'talpa': «Se vuoi far uscire una cosa simpatica, scrivi che nel Movimento è pronta la megavendetta» contro i tecnici del Tesoro accusati di «ostruzionismo». Perché «ormai si è capito che Tria c'entra relativamente, ma al ministero c'è una serie di persone che è lì da decenni, che proteggono il solito sistema e non ci fanno capire dove si possono trovare nel bilancio questi 10 miliardi del c...».

La registrazione
«Nessuno mette in dubbio che Tria non sia serio» precisa Casalino, come a 'salvare' il ministro. «Lui è una persona seria. Ma nel M5s è pronta una megavendetta, lo metti come fonte parlamentare: se non dovessero uscire all'ultimo i soldi per il reddito di cittadinanza, tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori gente del Mef. Non ce ne fregherà veramente niente. Ci sarà una cosa ai coltelli, proprio. Noi crediamo che tutto andrà liscio, ma se all'ultimo ci diranno che non ci sono i soldi, il 2019 lo dedichiamo a far fuori tutti questi pezzi di m.... del Mef».

Le opposizioni chiedono la testa di Casalino
Immediata la reazione delle opposizioni: «Minacce e insulti» attacca Raffaella Paita parlamentare del Pd: «Eccolo il vero volto dei Cinquestelle. Adesso che i conti vengono al pettine e che le promesse più false della storia della politica non possono essere mantenute, da Palazzo Chigi, secondo quanto raccontano stamani alcuni quotidiani, parte la rappresaglia contro il ministro Tria direttamente dalla viva voce di Rocco Casalino che di minacce se ne intende». Durissima anche la posizione di Matteo Orfini, presidente del Pd, che chiede la testa del portavoce del premier: «'Nel 2019 ci concentreremo a fare fuori tutti questi pezzi di merda del Mef'. 'Non ce ne fregherà niente, ci sarà una cosa ai coltelli'. Così parlò Casalino, portavoce del premier. Presidente Conte, dimostri di avere un briciolo di autonomia e allontani questa gente indegna».

Ma quella di Casalino è la linea del M5s
Non è una difesa a Rocco Casalino in particolare. È l'urlo di chi rivendica il 'cambiamento' promesso in campagna elettorale. Perché quella del portavoce non è una sortita personale ma «la linea del Movimento» che «non è mai cambiata». Si intitola così il post, pubblicato sul blog ufficiale, in cui i Cinquestelle difendono Rocco Casalino, portavoce del presidente del Consiglio, dopo le polemiche e le richieste di dimissioni giunte dall’opposizione per la diffusione sulla stampa della registrazione in cui Casalino annunciava una «megavendetta» contro i dirigenti del Mef accusati di fare ostruzionismo. 

Perché gridare allo scandalo? 
«Quello che è stato ripetuto per l’ennesima volta ai giornalisti De Angelis e Salvatori da Rocco Casalino» si spiega nel post firmato Movimento 5 stelle «e che oggi campeggia su tutti i giornali, era la linea del MoVimento 5 Stelle detta e ridetta in tutte le salse». Quella di Di Maio è una vera e propria dichiarazione di guerra contro i 'poteri occulti' a 'difesa del sistema'. «Siamo assolutamente convinti (ed è sotto gli occhi di tutti) che nei ministeri c’è chi ci rema pesantemente contro: uomini del Pd e di Berlusconi messi nei vari ingranaggi per contrastare il cambiamento, in particolare il reddito di cittadinanza che disintegrerà una volta per tutte il voto di scambio» sottolineano i grillini. «La spalla di questi uomini del sistema sono i giornali del sistema. Difendono tutti gli stessi interessi: i loro. Il MoVimento 5 Stelle difende quelli dei cittadini». E se quei soldi non si troveranno, c'è da giurarsi, sarà il momento della vendetta. Uno scandalo per la 'politica'. Quello che la maggioranza degli italiani si aspetta, invece, dal 'cambiamento'.