Di Maio cambia strategia con Bruxelles: «Vogliamo cambiare l'UE, non distruggerla»
Il candidato premier del Movimento 5 stelle ha concesso un'intervista all'agenzia di stampa spagnola Efe che è stata messa online da La Vanguardia
ROMA - Luigi Di Maio studia da premier e ammorbidisce i toni. Anche quelli contro le istituzioni comunitarie. Nel suo lavoro di accreditamento presso l'opinione pubblica internazionale, il candidato premier del Movimento 5 stelle ha concesso una intervista all'agenzia di stampa spagnola Efe, messa on line da La Vanguardia. «La nostra volontà - ha spiegato parlando della linea generale del suo gruppo politico - è di cambiare l'Unione europea, non di distruggerla, ma ci sono trattati che devono essere riconsiderati come il Fiscal Compact, il Ttip, il Ceta, che condannano la nostra economia e la nostra agricoltura. Se andremo al governo ne chiederemo conto a Bruxelles e ai partner europei». Anche il referendum per chiedere ai cittadini se vogliono uscire dall'Euro, ha precisato, sarebbe usato solo come «extrema ratio». A giudizio dell'esponente stellato, l'Unione europea deve tornare ad essere l'Europa «dei popoli, basandosi sui principii solidi della divisione e della cooperazione tra Stati» e non una Europa «dove ognuno va per la sua strada, utilizzando le difficoltà degli altri per ricavare vantaggi interni».
La questione dei migranti e l'Ue
Un tema collegato alla questione dei migranti. Manca «una sensibilità - ha affermato Di Maio - da parte degli Stati Ue nell'applicare l'agenda europea che prevede la redistribuzione delle quote e la istituzione di centri di accoglienza nei paesi di transito». Nell'intervista, ha ribadito la posizione del M5S sulla controversa questione delle Ong: «Alcune Procure hanno aperto inchieste su alcune di queste Ong dimostrando che le nostre preoccupazioni erano fondate. Abbiamo solo chiesto alle Ong di adottare criteri di trasparenza e di accogliere ufficiali giudiziari (a bordo delle loro imbarcazioni, ndr) per permettere lo svolgimento di indagini. Mi sembrano - ha osservato - strumenti di buon senso comune».
Di Maio respinge l'etichetta di "populista"
Il nuovo leader della creatura politica di Beppe Grillo e dello scomparso Gianroberto Casaleggio ha liquidato le critiche alla sua inesperienza: «Mi onora e mi fa ridere sentir dire che non ho esperienza da parte di chi ha distrutto il Paese». Per Di Maio non hanno peso nemmeno le critiche suscitate dalle difficoltà delle giunte locali targate 5 stelle: «Il M5S governa già 45 amministrazioni, siamo una realtà concreta", ha detto e ha respinto l'etichetta di movimento «populista». «Che immagine avete in Spagna di Berlusconi o Renzi», ha replicato. «Siamo l'unica forza politica che sta completando il programma elettorale insieme ai cittadini», ha rivendicato. «Ci tacciano di antipolitica? La verità è che siamo la nuova politica", ha concluso il candidato premier.
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