Consip, la Procura e Cantone stringono sul cartello d'imprese per l'appalto da 2,7 mld
Per la Procura di Roma l'ipotesi è quella di turbativa d'asta che vede protagoniste tre imprese che avrebbero costituito un cartello al fine di aggiudicarsi i lotti del maxi appalto dal 2,7 miliardi di euro di Consip

ROMA – Per la Procura di Roma si tratta di turbativa d'asta. L'istruttoria avviata quattro mesi fa dall'Anac di Raffaele Cantone porta alla luce l'ipotesi di un vero e proprio «cartello» di imprese che si sarebbero spartite i lotti della gara Fm4 – da ben 2,7 miliardi di euro - di Consip adottando «intese restrittive della concorrenza». A settembre la Procura della Repubblica di Roma potrebbe tirare le somme dell'indagine che, in altri filoni investigativi, coinvolge anche il babbo dell'ex premier, Tiziano Renzi, e il suo braccio destro Luca Lotti. La maxi commessa di Consip avrebbe fatto gola a due società già finite sotto inchiesta: Manutencoop e Cns. Nei giorni scorsi il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto procuratore Mario Palazzi hanno ascoltato varie testimonianze e ad oggi ritengono che le tre società «si coordinavano per la loro partecipazione alla gara, scambiandosi reiteratamente informazioni sulle strategie da seguire». Come riporta Il Sole 24 Ore, secondo gli inquirenti Roma Multiservizi - controllata al 49% da Manutencoop - si sarebbe impegnata a «rinunciare alle gare in favore di Cns» che, a sua volta, si «obbligava» a concedere subappalti alla società capitolina.
Tra gli indagati anche Tiziano Renzi
Vale inoltre la pena ricordare che in alcune intercettazioni risulta che l'imprenditore Alfredo Romeo e il suo consulente, l'ex deputato An Italo Bocchino, abbiano discusso di come riuscire a ottenere un lotto del maxi appalto Fm4. L'ipotesi degli inquirenti è che effettivamente Romeo sia riuscito a ottenere un lotto «chiuso in più». Nel frattempo ricordiamo che per traffico di influenze sono tutt'ora indagati il padre dell'ex premier, Tiziano Renzi, e il suo amico imprenditore Carlo Russo, nonché l'ex parlamentare di An e consulente dello stesso Romeo, Italo Bocchino. Mentre il capitano del Noe, Gianpaolo Scafarto, risponde di falso. Inoltre risulta indagato per depistaggio il vice comandante del Nucleo operativo ecologico, Alessandro Sessa.
La posizione di Consip
E rispondono di concorso in violazione del segreto d'ufficio, in riferimento alle notizie pubblicate sulla stampa di atti riservati, il pm di Napoli Henry John Woodcock e la conduttrice di 'Chi l'ha visto' Federica Sciarelli. Vale ancora la pena sottolineare che sulla Consip sta indagando anche la Corte dei conti perché sarebbero emerse irregolarità su alcuni incarichi concessi a legali esterni. Si tratta di consulenze ritenute anomale per numero e importi pagati. La società controllata dal Ministero dell'Economia, intanto, rende noto che intende rivendicare «l'impegno profuso nella collaborazione continuativa con l'Autorità garante della concorrenza e del mercato e con l'Autorità nazionale anticorruzione al fine di individuare possibili violazioni alle norme che regolano l'aggiudicazione di appalti nelle gare che la società gestisce nell'ambito del programma di razionalizzazione della spesa pubblica».
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