Bruxelles chiede di rimettere l'Imu per chi ha redditi alti. Padoan: «Non è una buona idea»
L'UE, visto il clima politico, ha scelto di archiviare l'austerità: aggiustamenti di bilancio eccessivi «rischiano di ostacolare la crescita». Bocciata poi l'eliminazione delle tasse sulla prima casa: «Passo indietro nella costruzione di una struttura fiscale più efficiente». Ma Padoan: «Reintrodurla non è una buona idea».

ROMA - Botta e risposta tra la Commissione europea e il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sulla controversa e, evidentemente non sopita, questione dell'abolizione dell'Imu sulla prima casa. Nel «pacchetto di primavera» - in cui l'esecutivo comunitario ha elargito una promozione condizionata alla Penisola, evitando procedure di infrazione sia sul Bilancio 2017, sia sugli squilibri macroeconomici - è stata inserita una raccomandazione che ripropone i diverbi sul tema del prelievo sugli immobili residenziali.
Bruxelles chiede infatti di reintrodurre la tassa sulla prima casa a carico delle famiglie con «elevati livelli di entrate», senza entrare maggiormente nello specifico.
Questa controversa tassa è stata al centro di una lunga serie di modifiche e clamorosi cambi di rotta in un periodo di tempo relativamente breve. Solo per citare alcuni passaggi, l'allora Ici sulla prima casa venne abolita dal governo Berlusconi nel 2008 e successivamente trasformata in Imu, sempre e solo sull'abitazione non principale, dal 2011. Ma poco dopo il governo Monti con la «manovra salva Italia» la reintrodusse anche sulle abitazioni principali, con un contestuale inasprimento della base imponibile tramite revisioni delle rendite catastali. Più di recente, dal 2016, al termine di una lunga fase di dibattito politico, il governo Renzi ha abolito definitivamente l'Imu sulla prima casa.
Bruxelles torna alla carica
Nell'ambito delle sue raccomandazioni sul bilancio 2018 (su cui è ancora da definire esattamente lo sforzo di correzione che chiederà all'Italia), avverte che «andrebbe presa in considerazione la necessità di una linea di bilancio che contribuisca al tempo stesso a garantire la sostenibilità dell'Italia e a rafforzare l'attuale ripresa».
In particolare l'Ue vuole che si «sposti il fardello fiscale dai fattori di produzione verso tasse meno nocive per la crescita» in un quadrio di neutralità sulla pressione complessiva (idea che l'Ue condivide con il Fondo monetario internazionale, che a sua volta ha richiamato l'Italia contro l'abolizione delle tasse sulla prima casa).
E' a questo punto del ragionamento che, nel documento di raccomandazioni specifiche per Paese, arriva l'affondo sull'imposta a carico dell'abitazione principale. L'Ue chiede all'Italia di muoversi «reintroducendo la tassa sulle prime case per le famiglie con elevati redditi». Inoltre, sempre sulla fiscalità sugli immobili l'Ue raccomanda anche di «rivedere il sistema del catasto», giudicato «obsoleto».
Richieste che però hanno subito trovato un atteggiamento negativo da parte di Padoan, che pure solitamente è molto dialogante, cauto e diplomatico nei suoi rapporti con la Commissione. «Cambiare idea su una tassa cambiata da pochi mesi non è una buona idea», ha tagliato corto al suo arrivo all'Eurogruppo a Bruxelles.
Padoan: «E' solo una delle tante proposte»
La richiesta Ue ha anche in qualche misura spiazzato, anche perché non ve ne era traccia nelle anticipazioni che nei giorni passati avevano preceduto i documenti appena sfornati. Né nelle dichiarazioni delle autorità comunitarie. Su questo i massimi responsabili Ue si sono in qualche modo giustificati richiamandosi alle precedenti raccomandazioni. La misura «forse è specifica ma non nuova», ha detto il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici. E nella conferenza stampa di presentazione del pacchetto di primavera ha ricordato come «già nel 2016 avevamo espresso sull'abolizione» della tassa «in base a simulazioni che dimostravano che il beneficio andava soprattutto ai redditi più alti».
D'altronde Bruxelles ha sempre riconosciuto che, posto che si rispettino i parametri quantitativi su deficit e debito-Pil, le modalità con cui effettuare il prelievo spettano agli Stati membri, pur rivendicando il suo ruolo di advisor sui conti pubblici oltre che di guardiano del rispetto dei Trattati. Semmai la Commissione ha una qualche predilezione sulla raccolta tramite tasse indirette e l'Iva in particolare, dato che una quota di questo gettito va a contribuire al bilancio comunitario.
Si vedrà quindi se l'Ue insisterà o meno, nei mesi a venire, sul tema delle tasse sulla prima casa. Secondo Padoan, comunque, l'effettivo peso di questa specifica raccomandazione è da ridimensionare. Perché è solo «una delle tante proposte» avanzate dall'Ue e «le riforme fiscali vanno viste nel loro insieme».