29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Governo Renzi

Chi vuole cambiare l'Italicum e chi vuole andare subito al voto

Con la vittoria del no al referendum costituzionale, sopravvivono il Senato e il bicameralismo perfetto ma rischia grosso la nuova legge elettorale. Salvini ha chiesto elezioni immediate, più cauto Grillo che chiede pochi giorni per modificare la norma

ROMA - Con la vittoria del no al referendum costituzionale, sopravvivono il Senato e il bicameralismo perfetto ma rischia grosso la nuova legge elettorale, l'Italicum, confezionata dalla maggioranza di governo proprio su misura di un assetto istituzionale, quello che veniva fuori dalla riforma Renzi-Boschi, che prevedeva solo una Camera. Sul sistema elettorale voluto dal premier, un proporzionale a doppio turno con premio di maggioranza per l'elezione dei deputati, pende la decisione della Corte costituzionale sulle questioni di legittimità costituzionale sollevate dai tribunali di Messina e Torino su due punti in particolare: le pluricandidature e il ballottaggio. A settembre scorso la Consulta decise di rinviare l'udienza fissata per il 4 ottobre proprio per attendere l'esito del referendum.

Una legge per la Camera, una per il Senato
Secondo il giudizio di molti, ora che la consultazione elettorale ha rifiutato il cambiamento voluto da Renzi, l'Italicum non può sopravvivere. Anche perché, se si andasse al voto subito, come chiede parte del fronte vittorioso del no - la Lega di Matteo Salvini e il M5s di Beppe Grillo - si avrebbero due sistemi elettorali profondamente differenti per la Camera e per il Senato. Mentre l'Italicum consegnerebbe al paese una Camera con un vincitore certo, forte del premio di maggioranza assegnato al primo turno se si raggiunge il 40% o altrimenti con il ballottaggio, il Senato verrebbe eletto con il cosiddetto Consultellum, ovvero la legge elettorale venuta fuori dalla bocciatura del Porcellum da parte della Consulta un proporzionale puro. Al Senato quindi ci sarà un vincitore ma, col quadro politico attuale, difficilmente avrebbe la maggioranza. La dovrebbe costruire facendo alleanze dopo le elezioni.

Le posizioni dei partiti
Insomma, un caos. Prima del referendum, Renzi aveva assicurato una modifica dell'Italicum per cancellare il doppio turno siglando un accordo anche con un esponente della minoranza Pd - Gianni Cuperlo - ma nel suo discorso sulla sconfitta nella notte ha spiegato che ora tocca ai vincitori del fronte del no avanzare una proposta. Per Grillo il tema si risolve lasciando l'Italicum per l'elezione della Camera ed eleggere il Senato applicando dei «correttivi per la governabilità al Consultellum». Secondo il leader M5s «ci vogliono cinque giornate di lavoro. La nostra proposta a tutti è di iniziare a lavorarci domani e avere la nuova legge elettorale in settimana». Per Salvini si può andare al voto «con qualsiasi legge elettorale» mentre Forza Italia chiede un tavolo di tutte le forze politiche per cambiare la legge elettorale. Sinistra Italiana è disponibile «a riscrivere una legge elettorale anche con il Pd che aveva lanciato una proposta», spiega Arturo Scotto. «Andare alle elezioni senza leggi elettorali - ha detto Massimo D'Alema, sostenitore del no al referendum - è puro avventurismo. Oltretutto l'Italicum è una legge su cui pende un ricorso alla Corte Costituzionale. Per il Senato residua una forma di proporzionale. E' chiaro che occorrerà rifare le leggi elettorali. Non lo si farà al chiuso di qualche stanza, ma in Parlamento, in un dialogo tra le forze politiche, attento e rispettoso verso tutti. Si andrà alle elezioni quando il Paese sarà pronto e avrà le regole».