24 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Dagli Usa una nuova «pacca sulla spalla» in vista del referendum

Renzi incassa il placet di Kerry: «È un ragazzo di grande energia, un riformatore audace»

Il segretario di Stato John Kerry ha lungamente lodato il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, definendolo una «forza unica e dinamica», «un riformatore audace» che sta portando l'Italia nella giusta direzione.

NEW YORK - «Un leader europeo sempre più importante». Un «ragazzo di grande energia». Una «forza unica e dinamica», un «riformatore audace in casa» che sta portando l'Italia nella «giusta direzione» e che ha «un rispetto e una comprensione eccezionali» delle sfide globali dei nostri tempi. John Kerry non ha risparmiato complimenti per Matteo Renzi. Con queste parole infatti il segretario di Stato americano ieri notte ha introdotto il presidente del consiglio italiano a un folto pubblico riunito al Museo di storia naturale a New York per consegnargli il premio Global Citizen Award dell'Atlantic Council, un think tank focalizzato sugli affari internazionali che oltre a lui ha incoronato anche il premier giapponese Shinzo Abe. E l'ex sindaco di Firenze, dopo le strette di mano, gli abbracci e le fotografie di rito ha preso la parola con «grande emozione» strappando subito un sorriso alla platea: «l'Atlantic Council è una grande istituzione prestigiosa...fino a oggi, visto che ha deciso di premiarmi».

Legami straordinari
Scherzi a parte, il capo della diplomazia americana ha immediatamente chiarito la linea dell'amministrazione Obama, che il 18 ottobre prossimo si prepara ad accogliere nuovamente Renzi alla Casa Bianca per un incontro a due, seguito da una cena di Stato. «Tra gli Stati Uniti e l'Italia ci sono stati e ci saranno sempre legami straordinari», legami "profondi e stretti" come quelli che tengono uniti una famiglia o un'amicizia e che sono «cementati da valori condivisi, dai contatti tra le persone e, sì, anche da cibo delizioso e qualche volta pure da un bicchiere di vino».

Italia guidata nella giusta direzione
In America, ha proseguito Kerry, «siamo felici di vedere che l'Italia è guidata con coraggio, nella giusta direzione e nel pieno sostegno dei legami trans-oceanici». Il presidente del Consiglio, una volta presa la parola, gli ha fatto eco: per il nostro Paese, «gli Usa non sono solo il migliore alleato ma anche un amico» con cui la relazione di amicizia «è particolarmente importante in questo momento».

Giovane e vigoroso
I due leader sanno bene, come ha aggiunto Kerry, che i problemi che spaziano dall'Ucraina alla Siria passando per l'Iraq, il terrorismo e il cambiamento climatico vanno affrontati «da più mani». E Renzi «fa di tutto per raggiungere quelle mani e con esse lavorare», ha aggiunto il successore di Hillary Clinton ricordando che Renzi è «il più giovane» ad avere ricoperto in Italia l'incarico di presidente del Consiglio. Così giovane e «vigoroso» - ha scherzato Kerry - da avere fatto notizia nell'affrontare un pesce enorme balzato sulla barca su cui Renzi viaggiava insieme ad altri leader mentre si trovavano in Cina per l'ultimo G20. Un episodio ricordato dal segretario di Stato per dire che Renzi ha usato «le sue vecchie capacità calcistiche per fermare il pesce leviatano prima che riuscisse a ingoiare persino un leader globale». Versione - per quanto scherzosa - poi smentita; pare che Renzi si sia semplicemente fatto da parte.

Lodi su Libia...
Renzi ha incassato le lodi di Kerry anche sulla Libia e sulla gestione della crisi di migranti e rifugiati, qualcosa di cui in giornata il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e quello dell'Interno Angelino Alfano si erano detti orgogliosi al Summit su rifugiati e migranti dell'Onu. Sul primo fronte, è con la «diplomazia che guarda avanti» di Renzi che nella nazione nordafricana - dove Kerry dice di avere avuto il «privilegio» di lavorare con Gentiloni - si è venuta a creare una «nuova speranza», i terroristi di Daesh sono stati spinti a fare passi indietro e «un nuovo governo sta diventando sempre più credibile giorno dopo giorno».

... e migranti
Sul secondo, «l'Italia ha mostrato come gestire efficacemente e umanamente la crisi dei rifugiati. E dovremmo ricordarci che lo spostamento di rifugiati e migranti non è solo una narrativa della disperazione, non si tratta solo di persone che sono state obbligate a fuggire dalle loro case. Può essere anche la storia, in molti casi, di criminali, di trafficanti di esseri umani che riempiono barconi di persone di cui prendono i soldi senza interessarsi se vivranno o moriranno». In questo contesto Kerry ha elogiato l'approccio «completo» di Renzi, che è favorevole a una fine diplomatica della guerra in Siria, che affronta i fattori economici che contribuiscono alla migrazione e che «negli ultimi tre anni ha portato l'Italia ad aiutare oltre 450.000 migranti in pericolo a raggiungere la costa al sicuro». Gli apprezzamenti di Kerry hanno toccato anche il ruolo di training e consulenza svolto in Iraq e della missione della Nato in Afghanistan.

Renzi tra battute e retorica
Dal canto suo Renzi ha colto l'occasione offertagli da Kerry, che nel suo discorso aveva parlato oltre che di lui di un «altro figlio di Firenze» senza nominarlo. «Vengo da Firenze», ha spiegato il presidente del Consiglio al pubblico ricordando che «i fiorentini hanno ricevuto la libertà dagli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale. Ma anche noi abbiamo dato qualcosa agli Usa perché Amerigo Vespucci ha dato il nome a questo Paese incredibile». Per fortuna, non è stato scelto il nome «United States of Vespuccia», ha scherzato l'ex sindaco di Firenze. E con questa battuta si è fatto serio e congedando il pubblico ha invitato a «dare il nome al futuro», un futuro di speranza e non di paura.

(Fonte Askanews)