22 marzo 2023
Aggiornato 07:30
Chi sta cercando di far cadere il Premier?

Tutti i complotti per far fuori Matteo Renzi

Il mandato del Presidente del Consiglio sembra essere sempre più in crisi. A dirlo non sono soltanto i numeri, ma anche gli «strani» movimenti tra le fila del Pd: diversi i Ministri che sembrano ordire un complotto per far cedere Renzi.

ROMA – Quanto durerà ancora il «regno» di Matteo Renzi? Secondo un'analisi del Giornale, il premier fiorentino avrebbe i giorni contati e questo non tanto per la disaffezione degli italiani al Governo, quanto piuttosto per via dei complotti che si ordiscono nei corridoi dei palazzi del potere. Tanti i fattori che potrebbero concorrere a peggiorare la situazione, già in via di peggioramento per Matteo Renzi: al di là del fallimento del referendum costituzionale di ottobre, a segnare la fine del presidente del Consiglio potrebbe essere anche un aggravamento della situazione bancaria e le conseguenti pressioni di Bruxelles, oltre ad un «ingorgo legislativo» di Camera e Senato nel periodo estivo che si ripresenterà a settembre (periodo clou per il referendum del mese successivo).

Il nodo Italicum
L'indebolimento di Renzi e la ricerca forsennata di un sostituto potrebbero giustificare il periodo di riposizionamenti che il partito del premier sta attraversando. Tra i nomi più «chiacchierati» c'è senza dubbio alcuno quello del ministro della Cultura Dario Franceschini e quello del Guardasigilli Andrea Orlando. A dare credito alla spinta rinnovatrice promossa dai due c'è il dinamismo dei ministri nel portare avanti una apertura alla modifica dell'Italicum. Modifica che darebbe un segnale importante al premier, guardando alla minoranza dem da una parte e a Forza Italia dall'altra.

Il pericolo Calenda
Oltre ai due, si muove nell'ombra del «movimento post renziano» anche il neo ministro dello Sviluppo Economico, quel Carlo Calenda insediatosi all'indomani delle dimissioni della ministra Guidi. Pupillo di Montezemolo, poi montiano e infine renziano, Calenda vanta un passato da manager e uno recentissimo da ambasciatore in Commissione europea, dalla quale è stato richiamato in tutta fretta per tappare il buco lasciato vuoto dalla bufera Tempa Rossa. Una volta occupata la poltrona della Guidi, il neo ministro ha nominato due vicecapi di gabinetto non proprio nelle grazie dei renziani: Barbara Luisi e Simonetta Moleti non appartengono, infatti, alla maggioranza del Pd. Per capire quanto la poltrona del premier sia bollente, basti pensare che nel suo editoriale su Il Tempo, Luigi Bisignani scrive che il neo ministro allo Sviluppo Economico «nemmeno nasconde più di voler soffiare il posto a Renzi».

Renzi, attento a quei tre
Insomma, conclude Il Giornale, Calenda pare procedere con scelte importanti in autonomia, segnale importante che porta per forza di cose a considerare un indebolimento del premier. Preso dalla campagna referendaria per il «Sì», Renzi dovrà cercare di arginare la spinta promotrice di «cambiamento» che pare profilarsi proprio in seno al suo partito. In questa fase di debolezza, i ministri dem non staranno fermi a guardare, ma cercheranno un modo di fare lo sgambetto al premier e occupare la poltrona di Palazzo Chigi.