Unioni civili, il PD teme il voto segreto
Una delle soluzioni proposte č il cosiddetto «foglio rosa», ossia un periodo di tempo in attesa del quale concedere l'adozione del figlio biologico del partner. Ma pare sia solo una delle tante ipotesi sul tavolo. Il Governo resta fuori dalla contesa.
ROMA - Il Pd cerca ancora una mediazione al suo interno sull'ultimo nodo rimasto nella legge sulle unioni civili, quello sulla stepchild adoption. Mediazione che al momento non sembra ancora essere stata trovata. Una delle soluzioni proposte è il cosiddetto «foglio rosa», ossia un periodo di tempo in attesa del quale concedere l'adozione del figlio biologico del partner. Ma pare sia solo una delle tante ipotesi sul tavolo.
Cirinnà semina ottimismo
Intanto oggi al Senato c'è stata la prima delle due assemblee dem per discutere delle modifiche al ddl Cirinnà. La riunione si è conclusa, in un clima positivo e con toni pacati, ma senza alcuna novità; ognuna delle parti, cattolici e laici, è rimasta sulle sue posizioni e la linea annunciata dal capogruppo è che «non ci saranno emendamenti del gruppo ma presentati dai singoli senatori», inoltre resta ferma la libertà di coscienza.
La prossima settimana, il 26, i senatori torneranno a vedersi alla vigilia dell'approdo in Aula del ddl Cirinnà (previsto per il 28) e a quel punto verrà chiesto loro di esprimersi con un voto. La relatrice, Monica Cirinnà, chiarisce che «il testo che andrà in aula è quello. Il binario è segnato: non si cambia nulla sui diritti». E semina ottimismo sull'esito del percorso parlamentare, «una mediazione si troverà», assicura. Ma la verità è che i voti segreti potrebbero davvero mettere in discussione il progetto originario della legge sulle unioni civili.
Rischi sul voto segreto
Se pure l'argomento della stepchild adoption divida anche gli altri gruppi parlamentari e veda il sostegno esplicito di Sel e M5S, le opposizioni potrebbero usare lo scrutinio segreto per mettere in difficoltà Renzi. Ecco perchè il governo ha deciso di sottrarsi del tutto dalla partita: «Il governo non darà pareri e non ci saranno emendamenti del gruppo Pd», ha spiegato Zanda, che però ha ammonito i senatori a non prestarsi alle «strumentalizzazioni politiche» degli altri gruppi parlamentari: «L'esito dell'Aula è imprevedibile, per questo il Pd deve stare molto attento», ha detto suggerendo di «presentare pochi emendamenti e meditati». Anche Vannino Chiti, esponente di spicco della minoranza dem è intervenuto per sollecitare «l'unità del gruppo, la libertà di coscienza viene dopo. Stiamo attenti alle maggioranze sostitutive», ha detto. Sulla carta i senatori contrari all'articolo 5 del ddl Cirinnà sarebbero una trentina, forse meno alla prova del voto, ma lo scrutinio segreto potrebbe far cadere una delle parti fondamentali della legge di cui Renzi non più tardi di venerdì scorso ha ribadito l'urgenza.
Più vicina sembrerebbe la soluzione su altri punti controversi del testo, quelli sugli articoli 2 e 3 che riguardano la disciplina normativa dell'unione tra due persone dello stesso sesso. Dopo i rilievi sollevati dai costituzionalisti e dal Colle dovrebbero essere presentati alcuni emendamenti per evitare l'equiparazione tout court tra il matrimonio e le unioni civili: «Gli emendamenti tengano conto del contenuto delle sentenze della Consulta - ha proposto Zanda - della giurisprudenza di primo e secondo grado italiana e delle sentenze della Corte europea».
(con fonte Askanews)
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