29 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Chiamparino: «Analisi politica»

Legge di Stabilità, raggiunta l'intesa tra Governo e Regioni

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il Governo incassa una «valutazione positiva» delle Regioni sulla legge di stabilità. Insoddisfatti i governatori di Lombardia, Liguria e Veneto, Roberto Maroni, Giovanni Toti e Luca Zaia: «Aria fritta».

ROMA - Il governo incassa una «valutazione positiva» delle Regioni sulla legge di stabilità. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, la legge con le misure sul comparto della sanità, la trattativa sui tagli agli altri capitoli di spesa e l'aspettativa sul decreto «Salva Regioni» è stata al centro della riunione tra governo e Conferenza delle Regioni ieri a palazzo Chigi. Presenti, oltre a una folta rappresentanza dei governatori, guidati dal presidente della Conferenza Sergio Chiamparino (che ha confermato le sue dimissioni), il premier Matteo Renzi, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il sottosegretario Claudio De Vincenti.

Intesa
E' stato Chiamparino, al termine del vertice, a dare un sostanziale via libera alla legge: «Mi pare si sia definita un'intesa di percorso e di merito per alcuni aspetti che mi sembra importante e ci può portare a condividere la legge di stabilità, su cui peraltro avevamo già dato un parere positivo definendola un bicchiere mezzo pieno. Riteniamo che ci sia un'intesa di percorso che ci fa considerare positiva la riunione che abbiamo fatto».

Capitolo sanità
Il merito, in particolare, riguarda soprattutto il capitolo sanità. L'aggiornamento del patto per la salute 2014-16 prevedeva per il 2016 oltre 113 miliardi di euro di stanziamenti per alimentare il fondo sanitario nazionale. La legge di stabilità stabilisce invece che, per il prossimo anno, il fondo si attesti a 111 miliardi, in aumento rispetto ai 110 dello scorso anno (come sostiene Renzi) ma con un taglio di 2 miliardi rispetto al Patto (come rivendicano le Regioni). Su questo punto nella riunione con il governo, ha riferito Chiamparino, è stato preso «un impegno per una verifica sulle ricadute finanziarie» della legge di stabilità «nei due tavoli sulla farmaceutica e sui costi standard, per capire se sul 2016 e sul pluriennale questo obbligherà a delle verifiche. È il punto chiave della soddisfazione che esprimo per questo incontro. Sulla sanità - ha detto - c'è un aumento di 1 mld a fronte dei 3 previsti dal Patto della salute. Abbiamo presentato il problema. C'è un'intesa a fare una verifica nel corso della discussione parlamentare della legge di stabilità per capire, alla luce del lavoro di questi tavoli fondamentali, e prima che la legge venga approvata, le ricadute finanziarie di questo lavoro e quindi capire se e come il miliardo può essere implementato per il 2016 o se i maggiori costi possono essere affrontati con altri interventi come la pluriennalità dei costi. Può essere che verrà fuori che quel 1,1 mld vada bene per il 2016 ma abbia bisogno di cambiamenti sul 2017 e sul 2018».

Tagli
Sulla questione tagli (per il 2016 per le Regioni a statuto ordinario sono pari a 4,2 miliardi, coperti per 2 mld dalla riduzione del Fondo sanitario nazionale mentre i rimanenti tagli per circa 2,2 mld, secondo le Regioni, non potranno essere coperti se non azzerando le risorse relative a servizi estremamente sensibili), Chiamparino ha chiarito che «l'intervento di 1,3 mld insiste su questa parte e mi sembra ci sia un'intesa per valutare la possibilità che quel 1,3 mld sia messo come copertura anche ai fini dell'indebitamento netto. Resta il problema degli altri 900 milioni e su questo sarà possibile trovare soluzioni nel tavolo annunciato da De Vincenti, che non intacchino il complesso di questi fondi». Inoltre nell'incontro «si è detto che ci sono 120 milioni fuori dal fondo salute per avviare il rinnovo dei contratti nel comparto sanità. Questo mi sembra un altro fatto positivo, che avevamo richiesto», ha concluso il presidente della Conferenza delle Regioni.

Insoddisfatti i leghisti
Insoddisfatti i governatori di Lombardia, Liguria e Veneto, Roberto Maroni, Giovanni Toti e Luca Zaia. «Aria fritta: abbiamo ascoltato le solite promesse ripetute, abbiamo chiesto di aumentare il fondo che è stato ridotto e ci hanno detto di no, di attuare i costi standard e ci hanno detto che si farà un tavolo che forse nel 2016 porterà a qualche risultato, quindi c'è un'assoluta delusione e insoddisfazione per l'incontro con il governo», ha detto Maroni, mentre per Toti quella di stabilità «resta una legge ampiamente insoddisfacente: non affronta nodi strutturali, applica tagli lineari, non comincia i costi standard. C'è la disponibilità a trattare su due tavoli tecnici alcune materie di dettaglio, la accogliamo con favore ma non basta a cambiare il giudizio su questa finanziaria. Grandi risate non ce le siamo fatte». Dello stesso avviso Zaia: nella riunione «non ci siamo assolutamente divertiti, visto che parliamo della salute dei cittadini. All'incremento di 1 miliardo corrisponde l'incremento di 2,6 miliardi di spese e il disavanzo c'è ancora. La verità è che questa è una piccola spending review e non si ha invece il coraggio di far pagare quelli che non sono virtuosi, ancora si premiano le cicale e si puniscono le formiche».

La replica di Chiamparino
A loro ha replicato ancora Chiamparino: «Se il metodo e alcuni non banali punti di merito sono considerati aria fritta, allora viva l'aria fritta: considero il metodo fondamentale. E' chiaro che su una legge come questa, complessa, l'atto più politico di un governo, pesano anche le valutazioni politiche che derivano dalle reciproche appartenenze». Sulla legge di stabilità, domani pomeriggio, governatori e sindaci dovranno esprimere l'atteso parere in Conferenza Unificata.

(Con fonte Askanews)