Il ritorno del tecnico
Mancava solo lui: Mario Monti. L'ex premier torna alla ribalta e lo fa dicendo la sua sulla Grecia. Il referendum? Un precedente che «potrà essere cavalcato dalle forze populiste emergenti in Europa»
ROMA - L'onda rivoluzionaria greca non ha risparmiato proprio nessuno, nemmeno Mario Monti. Dopo il periodo di letargo forzoso seguito alla 'deposizione' da premier, Monti torna alle luci della ribalta affascinato dal referendum greco, sul quale non può proprio esimersi dal dedicare un suo pensiero. Su L'Espresso, un sempre pungente Alessandro Gilioli descrive il ritorno del tecnico sul panorama politico italiano. O, meglio, sul panorama dei talk show e delle lunghe interviste rilasciate qua e là, campi di battaglia ottimali per cavalcare il trend del momento.
Quando «salvò» l'Italia dalla Troika
A battezzare il ritorno dell'ex premier la trasmissione di La7 Omnibus. In studio, l'ex inquilino di Palazzo Chigi «pontifica» la Grecia, scrive Gilioli, quando nel settembre del 2011 aveva dipinto il Paese come l'apoteosi della moneta unica, «la manifestazione più concreta del successo dell'Euro». Sempre a La7, Monti esalta le sue doti di grande tecnico dell'economia, di salvatore del Paese, quando afferma che grazie a lui e ai suoi scagnozzi in Italia non è mai sopraggiunta la Troika. «Come menare uno e poi dirgli: oh, ti ho salvato dai picchiatori», spiega Gilioli con una convincente similitudine.
La disperazione del giornalismo nostrano
Quello che colpisce ancor più il giornalista de L'Espresso è però la sfilza di interviste rilasciate dall'ex presidente del Consiglio alle varie testate giornalistiche. E Gilioli spiega bene che siamo in tempo di magra: in questo frangente storico, il giornalista diventa assetato cacciatore di economisti e menti competenti che sappiano dire la loro con cognizione su Grecia, Euro, Tsipras e tragedie greche. Siamo alla canna del gas, però: gli esperti sono finiti e, scorrendo la lista, depennando nomi su nomi di Nobel all'economia e pensatori, qualche impavido giornalista si è convinto che resuscitare il professore potesse essere una buona idea. Se i tecnocrati europei e il premier Tsipras non dovessero raggiungere un accordo entro breve – scrive il tagliente Gilioli – resterà da interpellare solo Sara Tommasi.
Referendum? Lo strumento del demonio
Passando dal Corriere della Sera al Foglio, le interviste del professore si sprecano. Mario Monti dice la sua e bastona il referendum e il voto diretto del popolo, esattamente come ci si aspetta da un premier scelto dai numi e non dalle ortodosse elezioni. Per non ricondurre tutto al banale aspetto personale della vicenda, Gilioli va avanti nell'analisi: sarà di certo una posizione politica, quella di Monti di avversare a tutti i costi le consultazioni dirette. E sulle colonne del Foglio, Monti si spertica nella spiegazione di una presa di posizione così netta: la scelta del referendum rappresenta «un precedente che potrà essere cavalcato dalle forze populiste emergenti in Europa». Alea iacta est. La sentenza è arrivata. A dirla tutta il prof specifica che si riferisce al pericolo Spagna: voleva dire che le elezioni spagnole di novembre «potrebbero riservare sorprese problematiche per l'Europa». L'allusione è al timore dell'avvento del Syriza iberico Podemos, è chiaro.
La lucidità «non comune» del terzo premier calato dal cielo
E sì – conferma Gilioli rafforzando il concetto con parole colorite e azzeccate – ha proprio ragione il bocconiano: se Podemos ottenesse un risultato positivo in un Paese che si piazza al quarto posto nell'economia europea, le comode e lussuose poltrone di Bruxelles tremerebbero non poco. «Schäuble e Katainen farebbero un po' meno i bulli», commenta Gilioli. E Monti, in questo nuovo catastrofico contesto, non se la passerebbe meglio. È nelle ultime righe dell'intervista di Claudio Cerasa, però, che l'ex premier dà il meglio di sé partorendo una perla rara: in Italia la situazione è ben diversa da quella ellenica. Perché? Ovvio: abbiamo il Matteo nazionale, che «a differenza di Tsipras, ha una lucidità non comune».
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