19 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Il premier a The state of the Union

Renzi: «L'occupazione riparte, l'Italia ce la farà»

I dati ufficiali pubblicati dall'Inps sul lavoro "ci dicono che la strada da percorrere è ancora lunga, ma la macchina finalmente è ripartita: dopo cinque anni di crollo costante, tornano a crescere gli occupati". Così il premier, Matteo Renzi,

Roma (askanews) - I dati ufficiali pubblicati dall'Inps sul lavoro «ci dicono che la strada da percorrere è ancora lunga, ma la macchina finalmente è ripartita: dopo cinque anni di crollo costante, tornano a crescere gli occupati». Così il premier Matteo Renzi, in un commento sulla sua pagina Facebook.

Renzi: L'Italia sta ripartendo e ce la farà
«Il fatto che molti di questi contratti siano agevolati dalle misure del Jobs act (stabilità, sgravi, tutele crescenti, taglio Irap) è sicuramente un fatto positivo. Mi colpisce - aggiunge Renzi replicando ad alcune critiche - che ci sia chi dice: 'Beh però una parte non sono nuovi contratti, ma regolarizzazioni e stabilizzazioni': fa sorridere! Era infatti proprio quello che volevamo. Non è la stessa cosa per un precario vedere trasformato il proprio contratto a tutele crescenti: è una svolta per la vita di tanti ragazzi della nostra generazione. Perché significa un mutuo, le ferie, la maternità. Naturalmente c'è ancora molto lavoro da fare. Ma grazie all'impegno di tutti e di ciascuno - conclude il premier - l'Italia ce la farà».

L'Europa non è la responsabile di tutti i mali
«Nella campagna elettorale qualcuno ha pensato di dare all'Europa le colpe di quello che accadeva in Italia. Noi non la pensavamo così e non la pensiamo così adesso. Se avessimo fatto ciò che hanno fatto altri paesi quando lo hanno fatto non saremmo arrivati a questo punto. Se, ad esempio, la riforma del lavoro l'avessimo fatta nel 2004 quando l'ha fatta la Germania e non dieci anni dopo...", ha detto ancora il premier Matteo Renzi parlando a Firenze all'iniziativa The state of the Union. «Le politiche di rispetto del bilancio che continuiamo a mantenere non nascono dall'idea di fare contenta l'Europa ma i nostri figli» ha concluso.