Amnesty: «È ora di tradurre le parole in azioni concrete»
Amnesty International, «pur riconoscendo che si tratta di un positivo distacco dalla politica di negazione del problema e di vuota retorica, attende di conoscere i dettagli della decisione adottata il 20 aprile a Lussemburgo». «È ora di tradurre le parole in azioni concrete, sotto forma di una forte operazione multinazionale europea di ricerca e soccorso in mare», dichiara Iverna McGowan.
ROMA (askanews) - La morte per annegamento di quasi 1000 migranti e rifugiati nel Mediterraneo, solo nell'ultima settimana, sembra aver spinto la Commissione europea e i ministri degli Esteri e degli Interni a riconoscere che è necessario affrontare con urgenza le carenze delle operazioni di ricerca e soccorso in mare ma Amnesty International, «pur riconoscendo che si tratta di un positivo distacco dalla politica di negazione del problema e di vuota retorica, attende di conoscere i dettagli della decisione adottata il 20 aprile a Lussemburgo».
Dimensioni competenza operazione e risorse: ecco cosa conta
Lo sottolinea, in una nota, la stessa organizzazione umanitaria che sottolinea, però, che a determinare se quanto deciso a Lussemburgo salverà vite umane «saranno la dimensione della zona di competenza delle operazioni di ricerca e soccorso in mare, le risorse e i mezzi messi a disposizione e i tempi entro i quali tutto questo avrà inizio». «La riunione di emergenza convocata il 23 aprile ci dirà se l'impegno dell'Europa a salvare vite umane sarà sincero o meno. È ora di tradurre le parole in azioni concrete, sotto forma di una forte operazione multinazionale europea di ricerca e soccorso in mare» - ha dichiarato Iverna McGowan, direttrice ad interim dell'Ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee.
Non c'è più spazio per la retorica
«Finalmente, i governi europei e le istituzioni dell'Unione europea sono stati spinti ad agire, almeno sulla carta. Non c'è più spazio per la retorica. L'Europa ha il dovere di dare urgentemente seguito ai suoi impegni dispiegando una flotta navale adibita alla ricerca e al soccorso, accompagnata dal sostegno aereo laddove necessario. Questo, e solo questo, contrasterà le morti in mare», ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.
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