9 settembre 2024
Aggiornato 06:30
L'intervista

Lamorgese: «Migranti aumentano ma nessuna invasione. Pronta a vedere Salvini»

Il Ministro dell'Interno: «Io dico al senatore Salvini che se ci sono delle iniziative che non abbiamo adottato e che lui ci può suggerire per bloccare gli arrivi via mare, io li raccolgo volentieri»

Il Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese con il leader della Lega, Matteo Salvini
Il Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese con il leader della Lega, Matteo Salvini Foto: Matteo Bazzi ANSA

«Il problema dell'immigrazione è complesso e va avanti da anni. Richiede innanzitutto interventi a livello europeo. I numeri sono aumentati ma non parlerei di invasione». Detto questo «Il senatore Salvini non ha ben chiare le difficoltà che noi viviamo quotidianamente». Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, interviene sul tema immigrazione in una intervista al quotidiano La Stampa chiamando in causa direttamente il leader della Lega, partito che sostiene la maggioranza di governo: «Io dico al senatore Salvini che se ci sono delle iniziative che non abbiamo adottato e che lui ci può suggerire per bloccare gli arrivi via mare, io li raccolgo volentieri. Sono pronta a mettermi al tavolo con Salvini», aggiunge.

L'ex prefetto di Milano sull'immigrazione chiede realismo: «È facile parlare ma bisogna portare le cose alla realtà. I Paesi da cui provengono i migranti sono in crisi: in Tunisia non c'è più né governo né parlamento, lo Stato è in ginocchio e rischiano di non pagare gli stipendi statali. Poi c'è la Libia» dove «la situazione è seria. Non si sa ancora se riusciranno a organizzare le elezioni per fine dicembre». Proprio per questo ribadisce «anche il premier Draghi, quando è andato a Bruxelles, ha chiesto un impegno per i finanziamenti dei Paesi terzi. L'immigrazione illegale sulla rotta mediterranea non la risolviamo mettendo i militari in mare». Liquida in fretta, invece, la proposta del blocco navale di Giorgia Meloni: «È un atto di guerra, lo sa anche l'onorevole Meloni».

Lamorgese, dalle colonne della Stampa, affronta anche la questione dello Ius soli, sollevata nei giorni scorsi dal presidente del Coni Giovanni Malagò dopo le vittorie italiane alle Olimpiadi: «E' un problema che c'è e di cui dobbiamo ricordarci non solo quando i nostri atleti vincono delle medaglie. Spero che si arrivi a una sintesi delle varie posizioni politiche».

«Necessario che ci sia obbligo vaccini per insegnanti»

«Per alcune professioni, come per medici e insegnanti, è necessario che ci sia» l'obbligo vaccinale. Nello specifico degli insegnanti «è un'ulteriore tutela per i ragazzi che devono poter rientrare a scuola in presenza: dobbiamo favorire la loro tenuta psicologica». Il ministro dell'Interno affronta la questione dell'obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori, rimandando invece alla valutazione del governo con sindacati e parti sociali la possibilità dell'obbligo di green pass nelle fabbriche. E rassicura: «Non c'è nessuna dittatura. Stiamo soltanto chiedendo, in determinati contesti, di attestare l'avvenuta vaccinazione con un documento che tutela la salute pubblica come bene primario. La salute è un principio costituzionale».

A tal proposito, dalle pagine de La Stampa, rassicura sulle manifestazioni contro il green pass delle scorse settimane: «In generale la situazione sta migliorando, anche grazie alle vaccinazioni». E sul fronte del green pass al ristorante chiarisce: «Il ristoratore deve chiedere il green pass, ma non spetta a lui controllare i documenti dei clienti. La nostra polizia amministrativa, oltre a continuare a presidiare il territorio, farà dei controlli a campione a supporto dei pubblici esercizi. Vista la confusione che c'è stata, ci sarà una circolare del Viminale per fare chiarezza».

Anche sui timori di un autunno caldo, con lo sblocco dei licenziamenti, Lamorgese è fiduciosa: «Il pericolo mi sembra un po' ridimensionato. Il ministro Orlando sta mettendo in atto tutte le misure necessarie per evitare scontri sociali. L'economia sta andando bene: il Pil è in risalita e dato in crescita anche del 5%. Sono tutti indicatori che dovrebbero disinnescare bombe sociali». Dove esprime preoccupazione, piuttosto, sul fronte della criminalità organizzata. «La pandemia ha peggiorato le cose - avverte - qui a Torino ci sono state ben 16 interdittive antimafia da gennaio a oggi. L'anno scorso furono 19 in tutto. Le infiltrazioni nell'economia sono aumentate perché le mafie si adattano alle nuove condizioni. E dobbiamo stare attenti ai cambi di proprietà anche di grandi patrimoni immobiliari. Serve contrastare le infiltrazioni criminali dei colletti bianchi».