15 ottobre 2025
Aggiornato 08:30
Bruxelles rimanda l'Italia agli esami a marzo

UE: «Cara Italia, ti risparmiamo misure aggiuntive, ma datti da fare»

L'Italia è tra i sette paesi dell'Unione che potrebbe non rispettare regole, anche se Bruxelles non ha rilevato alcuna «inosservanza particolarmente grave». Così, la Commissione esaminerà a marzo la posizione del nostro Paese rispetto al piano di stabilità e crescita. Niente misure aggiuntive dall'Ue, dunque, che però avverte: «Fate le riforme»

ROMA - L'Italia è uno dei sette paesi dell'area euro il cui bilancio previsionale sul 2015 è «a rischio di non conformità» con le regole Ue, avverte la Commissione europea, anche se nessuna «inosservanza particolarmente grave» è stata individuata rispetto al patto di stabilità. E come ampiamente anticipato, Bruxelles avverte che «valuterà la situazione a inizio marzo 2015», in seguito all'approvazione di bilancio e riforme annunciate. Nella valutazione sui documenti programmatici di bilancio 2015, si riconosce all'Italia di aver compiuto «alcuni progressi» sul risanamento dei conti a livello strutturale, ma si chiede anche di farne altri. «La Commissione - si legge - esaminerà a inizio marzo 2015 la posizione dell'Italia riguardo ai suoi obblighi rispetto al patto di stabilità e di crescita, alla luce dell'approvazione della legge di bilancio e della specificazione del piano di riforme strutturali annunciato dalle autorità nella lettera del ministro Padoan del 21 novembre».

APPREZZATI GLI SFORZI DI ITALIA, FRANCIA E BELGIO - Su sette paesi - Belgio, Spagna, Francia, Italia, Malta, Austria e Portogallo - i pareri della Commissione indicano un rischio di non conformità dei bilanci. A questi e ad altri quattro Stati (Estonia, Lettonia, Slovenia e Finlandia), i cui documenti programmatici sono stati ritenuti «sostanzialmente conformi», viene chiesto di «adottare le misure necessarie nell'ambito della procedura nazionale di bilancio al fine di garantire che il bilancio 2015 sia conforme al patto». In alcuni casi, il rischio di non conformità incide sulle possibili misure nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi (che comunque non è in corso per l'Italia). L'Ue ricorda poi che Francia, Italia e Belgio si sono impegnati ai più alti livelli di governo ad adottare e attuare entro i primi mesi del 2015 riforme strutturali favorevoli alla crescita che dovrebbero avere un impatto sulla sostenibilità delle finanze pubbliche nel medio termine. Gli altri cinque paesi di Eurolandia (Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovacchia) hanno fornito documenti programmatici di bilancio ritenuti «conformi al patto».  

LA COMMISSIONE CI RISPARMIA ULTERIORI MISURE, MA VUOLE I FATTI - In particolare, l'Italia ha fatto progressi in tema di deficit strutturale, ma deve compiere ulteriori passi, commenta la Commissione, chiedendo di sostenere la crescita con uno stretto controllo della spesa primaria, con una maggiore efficienza della spesa pubblica. Le programmate privatizzazioni, poi, devono contribuire a un trend discendente del rapporto debito/pil . L'esecutivo comunitario è stato chiamato a una delicata quadratura del cerchio. Il bilancio previsionale italiano, attualmente in discussione in Parlamento, prevede un aggiustamento strutturale del deficit dello 0,3% del prodotto interno lordo, insufficiente alla luce delle regole europee. Consapevole della difficile situazione economica, la Commissione ha deciso di non chiedere ulteriori misure di finanza pubblica, ma vuole che il governo si adoperi per adottare le riforme promesse. Nella sua opinione, Bruxelles mette l'accento sulle difficoltà economiche del paese. Secondo i calcoli dell'esecutivo comunitario, le regole europee di riduzione del debito imporrebbero in questo momento all'Italia un taglio strutturale del suo deficit pari a circa 2,5 punti percentuali del prodotto interno lordo nel 2015. Sulla base di un deficit strutturale nel 2013 dello 0,8% del prodotto interno, il bilancio si trasformerebbe l'anno prossimo in un attivo strutturale di oltre l'1,5% del Pil. Un aggiustamento di bilancio, quest'ultimo, troppo impegnativo nel delicato contesto economico e sociale italiano, tanto che Bruxelles accetta di chiudere un occhio, evitando di chiedere ulteriori misure di bilancio nella Finanziaria 2015. Una nuova verifica avverrà in marzo e si baserà soprattutto sul rispetto da parte del governo delle promesse di modernizzazione dell'economia. In questo momento, per Bruxelles è più importante sostenere la crescita senza la quale il debito non potrà scendere. «Nel caso dell'Italia l'opinione (Ue) sarà di questo tipo: ci sono circostanze eccezionali in termini di profonda recessione, ma anche circostanze eccezionali di tipo positivo come l'agenda di riforme strutturali che si sta mettendo in moto», commenta a caldo Padoan da Roma.