20 agosto 2025
Aggiornato 09:00
La crisi del Pd sul lavoro

Per Chiti Renzi sta venendo a patti

«Fino a poche settimane fa eravamo d'accordo«, afferma Chiti, ma oggi la situazione è cambiata: sulla questione del lavoro, servono nuove certezze affinché la riforma sia un vero progresso sociale ed economico.

ROMA - Sulla questione del lavoro, all'interno del partito di Renzi si delinea una crisi senza precedenti. Sarebbe «importante» se venissero confermati i «segnali di apertura» sul Jobs act arrivati «dall'area più vicina al segretario Pd». E' il senatore democratico Vannino Chiti a parlare, che aggiunge: «Se confermati, i segnali di apertura a una mediazione che vengono dall'area più vicina al segretario del Pd Renzi, sono un fatto importante».

«Dentro il partito - continua Chiti - fino a poche settimane fa eravamo d'accordo sui contenuti prioritari della riforma. Modificare il mercato del lavoro è giusto e necessario: dobbiamo superare le varie forme di precariato che nella vita quotidiana creano un vero e proprio sfruttamento dei lavoratori e li privano della possibilità di costruirsi un futuro. Per farlo il contratto a tutele crescenti è la via corretta, purché dopo 3 anni, o in ogni caso dopo un periodo rigorosamente contenuto di anni, siano assicurati tutti i diritti fondamentali, compresa la possibilità del reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa, così come avviene nei paesi più avanzati d'Europa».

Il conclusione, Chiti afferma che «richiedere certezza sulla disponibilità delle risorse per l'universalizzazione degli ammortizzatori e per incentivare il ricorso al contratto a tempo indeterminato non è un pretesto ma il presupposto perché la riforma del lavoro sia veramente un progresso sociale e economico. Il mio auspicio è che nella direzione di lunedì e poi nell'iniziativa dei gruppi parlamentari si concretizzi l'impegno di tutto il Pd per l'approvazione della Delega sul lavoro».