29 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Medio Oriente

Macron preme, Trump apre all'Iran: «Possibili incontro e prestiti»

Il presidente americano al termine del G7: «Sapevo che Zarif sarebbe venuto, Macron mi ha chiesto di incontrarlo, ma è ancora presto»

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BIARRITZ - Il presidente statunitense, Donald Trump, ha dichiarato di essere disposto a incontrare il presidente iraniano, Hassan Rouhani, dicendosi anche pronto a sostenere la concessione di prestiti a breve termine per permettere a Teheran di superare le attuali difficoltà finanziarie, se i colloqui tra i due Paesi riprenderanno.

Trump apre all'Iran

L'apertura di Trump segue l'espressa volontà del presidente francese, Emmanuel Macron, padrone di casa al G7 di Biarritz, di organizzare un incontro tra i due leader nelle prossime settimane, per cercare di mettere fine a decenni di tensioni tra Iran e Stati Uniti. Macron, che ha detto di aver parlato con Rouhani, ha dichiarato che se i due presidenti si incontrassero, «troverebbero un accordo» sul nucleare e sul ruolo di Teheran in Medio Oriente.

Non stiamo cercando un cambio di regime

Nella conferenza stampa congiunta, Trump ha detto che «se le circostanze fossero giuste o corrette, accetterei sicuramente» di incontrare Rouhani. «Ma nel frattempo, dovrebbero agire da bravi giocatori. Capite cosa voglio dire». Trump ha poi detto: «Non stiamo cercando un cambiamento di regime. Stiamo puntando a fare in modo che [l'Iran] non ottenga armi nucleari». Il presidente ha più volte criticato il predecessore, Barack Obama, per l'accordo nucleare del 2015, da cui lui è unilateralmente uscito, decidendo poi di imporre sanzioni economiche contro Teheran.

L'ultimo «incontro» nel 1979

Trump ha detto che sarebbe favorevole a una «linea di credito o a un prestito a breve termine» all'Iran, a cui parteciperebbero «numerosi Paesi», garantito dal petrolio. Un incontro tra Trump e Rouhani sarebbe il primo tra i leader dei due Paesi dalla cosiddetta crisi degli ostaggi del 1979, quando furono presi in ostaggio 52 membri dell'ambasciata statunitense a Teheran, durante la rivoluzione iraniana. Obama parlò al telefono con Rouhani nel 2013, quando il leader iraniano, per la pressione dei «falchi» nel suo Paese, preferì rifiutare di incontrarlo, ricorda il New York Times.