28 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Crisi siriana

Il gioco mortale tra Israele e Iran in Siria: ecco cosa sta accadendo

Le tensioni tra Israele e Iran in merito al teatro siriano hanno avuto un'improvvisa escalation

DAMASCO - Le tensioni tra Israele e Iran in merito al teatro siriano hanno avuto un'improvvisa escalation con - per la prima volta - lanci di razzi verso le posizioni dello stato ebraico attribuiti direttamente alla repubblica islamica. Lanci che hanno dato vita a un'energica risposta di Israele in Siria. Dopo settimane di crescenti tensioni, le prime linee militari della parte del Golan occupata da Israele hanno subito una raffica di venti tra proiettili e razzi lanciati - secondo l'esercito israeliano - dalle forze iraniane dalla parte opposta della linea di demarcazione in Siria. I lanci non hanno fatto vittime e hanno provocato danni limitati secondo l'esercito israeliano, che però ha lanciato "un'azione contro obiettivi iraniani in Siria", ha detto uno dei suoi portavoce, Avichae Adrae, su Twitter, "Ogni intervento siriano per contrastare questa azione sarà represso duramente». Un corrispondente della France Presse ha parlato di forti detonazioni a Damasco. La televisione di stato ha trasmesso in diretta immagini della capitale siriana che mostrano proiettili luminosi nel cielo e diversi missili distrutti - questa la tesi - dalla contraerea siriana.

Tensioni crescenti anche per l'accordo sul nucleare
Gli scambi di proiettili, che sarebbero iniziati mercoledì sera, sono stati riportati da una parte e dall'altra della linea di demarcazione. Alcuni missili israeliani avrebbero colpito basi militari, oltre che un deposito di armi e un radar militare, ha riportato l'agenzia ufficiale siriana Sana. Le batterie anti-aeree siriane hanno distrutto decine di missili israeliani, ha affermato. È presto per dire se questi avvenimenti rappresentino scontri più duri di altri oppure siano il preludio a un'escalation destinata a durare diverse settimane, nel contesto di un'animosità a seguito di varie operazioni attribuite all'esercito israeliano contro interessi iraniani in Siria. Tensioni alimentate dall'incertezza sull'accordo sul nucleare concluso nel 2015 dalle grandi potenze con l'Iran e dal quale martedì sera il presidente Donald Trump ha annunciato l'uscita degli Stati Uniti.

Israele pronto a rappresaglie
Israele si tiene pronto da settimane a possibile rappresaglie iraniane provenienti dalla Siria, attese sotto forma di lanci di missili. È la prima volta dall'inizio del conflitto nel 2011 e dall'impegno iraniano in Siria che Israele attribuisce questi raid all'Iran. Israele resta ufficialmente in stato di guerra con la Siria. Il regime di Bashar al Assad è inoltre sostenuto militarmente da due nemici giurati di Israele, Iran e Hezbollah. I proiettili iraniani sono stati lanciati dalla parte siriana del Golan poco dopo mezzanotte (ieri alle 23 ora italiana) da uomini della brigata iraniana al Quds, ha detto ai giornalisti il portavoce dell'esercito, il tenente colonnello Jonathan Conricus.

Netanyahu: "Armi molto pericolose"
Il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato l'Iran di voler dispiegare "armi molto pericolose" in Siria dove Teheran sostiene il regime per distruggere Israele. "Il regime a Teheran cerca adesso di dispiegare armi molto pericolose in Siria con l'obiettivo di distruggerci", ha dichiarato Netanyahu al termine di un summit trilaterale a Nicosia con il presidente cipriota Nicos Anastasiades e il Primo ministro greco Alexis Tsipras. Accusando l'Iran di voler "impiantare delle basi navali militari" e dei sottomarini nel Mediterraneo, ha detto: "questa è una minaccia palpabile per tutti noi». Netanyahu ha affermato nelle ultime settimane che Israele non permetterà all'Iran di stabilirsi militarmente in Siria. Israele è stato accusato da Bashar al Assad di aver condotto dei raid sul suolo siriano, il 9 e 30 aprile, che hanno provocato la morte di militari iraniani e siriani. Lo Stato ebraico non ha rivendicato questi attacchi. Nella sua conferenza stampa, Netanyahu non ha menzionato l'accordo sul nucleare iraniano, di cui è un grande oppositore, e da cui oggi il presidente americano Donald Trump deve annunciare se gli Stati Uniti si ritirano o meno.

Macron invita alla de-escalation
Il presidente francese Emmanuel Macron e il suo omologo americano Donald Trump hanno avuto una conversazione telefonica, durante la quale "i due presidenti hanno discusso le questioni di pace e stabilità in Medio Oriente" ha fatto sapere in una nota la Presidenza francese. Poche ore prima dell'annuncio della decisione di Trump sull'accordo nucleare iraniano, che non ha mai smesso di criticare, nel comunicato dell'Eliseo non vengono forniti altri dettagli sul contenuto della conversazione. Il capo dello stato francese, Emmanuel Macron, ha intanto rivolto un appello alla de-escalation tra Israele e Iran, dopo l'improvvisa crescita della tensione tra i due Paesi sul teatro siriano. Macron "ha lanciato un appello alla de-escalation", ha indicato l'Eliseo, "e a riguardo si intratterrà con il cancelliere" tedesco Angela Merkel, che incontrerà ad Aquisgrana, in Germania, in occasione della cerimonia per la consegna del premio europeo Carlomagno.

Russia: "Più di 10 missili"
Il ministero della Difesa russo invec noto che Israele ha preso di mira non soltanto le posizioni iraniane, ma anche la difesa aerea siriana vicino a Damasco e nel sud del Paese. L’attacco israeliano sul territorio siriano avrebbe coinvolto 28 aerei F-15 e F-16 che avrebbero lanciato circa 60 missili, oltre la metà dei quali sarebbero stati abbattuti. Secondo il ministero, «più di 10 missili tattici terra-terra sono stati lanciati da Israele».