18 agosto 2025
Aggiornato 02:30
Leader europei nel mirino: 'Qualcuno non vuole successo negoziati'

Brexit, Theresa May attacca l'Ue: qualcuno vuole sabotare i negoziati

Dopo aver incassato per giorni le dichiarazioni minacciose dei vertici europei, Theresa May ha deciso di replicare, con parole dure e decise

LONDRA - Dopo avere incassato per giorni, e in silenzio, le critiche dei leader europei sulla Brexit, Theresa May ha deciso di replicare. E lo ha fatto da «donna coriacea» - definizione del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker -, e con parole dure, nel giorno in cui ha informato la regina Elisabetta II dello scioglimento del Parlamento in vista del voto anticipato dell'8 giugno. Con le «minacce» sulla Brexit, i politici dell'Unione Europea vogliono influenzare il risultato del voto, ha detto senza giri di parole. «Qualcuno a Bruxelles non vuole il successo dei negoziati» sul divorzio di Londra dall'Ue.

Un inizio difficile
Se negoziato sarà, insomma, non inizia certo sotto i migliori auspici. La posizione negoziale della Commissione europea si è «inasprita» e «minacce contro la Gran Bretagna sono state pronunciate da politici e funzionari europei», ha ricordato oggi il primo ministro britannico a Downing Street. «La tempistica di tutti questi atti è stata scelta deliberatamente per influenzare il risultato del voto che avrà luogo a giugno», secondo May, e gli eventi degli ultimi giorni hanno dimostrato che «quali che siano i desideri» dei britannici «e per quanto siano ragionevoli le posizioni degli altri leader europei, qualcuno a Bruxelles non vuole che questi negoziati abbiano successo, non vuole che la Gran Bretagna prosperi», ha rincarato.

Stampa europea
Quel «qualcuno», però, non è stato l'obiettivo unico degli strali della premier britannica. May non usato parole tenere neppure nei confronti della stampa europea, accusata di «mal rappresentare» le posizioni di Londra sulla Brexit. Non può aver dimenticato, Theresa May, le dichiarazioni attribuite la settimana scorsa a Juncker dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung: May vive «in un'altra galassia» avrebbe detto il presidente della Commissione Ue, al termine di una cena di lavoro a Londra, dichiarandosi dopo il loor incontro «10 volte più scettico» sulla possibilità di un accordo fra Ue e Gran Bretagna. E, certamente, non può esserle piaciuto neppure quanto scritto stamane dal Financial Times, che ha calcolato in 100 miliardi di euro tondi e lordi il conto della Brexit. Una cifra destinata a scendere nel tempo, tra rimborsi di prestiti Ue e sussidi dal bilancio europeo, a 55-75 miliardi netti, ma comunque non un bel sentire dalle parti di Downing Street.

Nessuna punizione
Il conto che Londra dovrà saldare per il divorzio dall'Ue non rappresenta una «punizione», ha provato a rassicurare il capo negoziatore dell'Unione per la Brexit, Michel Barnier. "Non c'è punizione, non c'è un conto da pagare per la Brexit, la questione finanziaria riguarda solo la sistemazione dei conti" ha detto il funzionario europeo, auspicando una "Entente cordiale" ("Intesa cordiale") con la premier britannica, con un artificio dialettico che richiama al precedente storico dell'accordo tra Francia e Gran Bretagna del 1904 sul rispetto reciproco delle sfere di influenza coloniali in Africa.

Passione comune
Con Theresa May, ha poi ricordato Barnier, «abbiamo una passione comune, le camminate in montagna: si apprende a mettere un piede davanti all'altro, a stare attenti agli scivoloni, a risparmiare il fiato perché il cammino può essere ancora lungo, ma il risultato è arrivare in vetta». Senza che la fatica costi troppo alle casse di Londra però. Il Regno unito «pagherà il dovuto e non quello che vuole la Ue»: «non pagheremo 100 miliardi», ha spiegato stizzito il ministro britannico per la Brexit, David Davis, confermando come l'Unione «stia giocando duro» sebbene finora il governo «non abbia visto alcuna cifra».

(con fonte afp)