28 marzo 2024
Aggiornato 20:30
Il magnate ungherese ha già rapporti complicati con Mosca

Siria, e ora Soros attacca Putin: «Responsabile di crimini di guerra»

Che lo speculatore ungherese George Soros non sia un estimatore di Vladimir Putin non è affatto una novità. E ora lo attacca esplicitamente sul dossier siriano, appellandosi all'opinione pubblica

MOSCA - Lo speculatore finanziario George Soros è tornato ad attaccare il presidente russo Vladimir Putin in merito alla crisi siriana. Di Soros vi abbiamo già parlato: fondatore della «Soros Fund Management» e della «Open Society Foundations» (OSF), sponsor di numerose ONG umanitarie, il sito Dc Leaks ne ha di recente svelato, con la pubblicazione di centinaia di file riservati, il ruolo di «burattinaio dell'ordine mondiale».

La condanna dei bombardamenti di Aleppo
Un ordine che pare non voler tenere in considerazione il ruolo della Russia di Putin. Non a caso, alcuni lo ritengono l'artefice e il finanziatore della maggior parte delle rivoluzioni che si sono verificate in tutto il mondo negli ultimi venticinque anni, come quella in Ucraina. Soros avrebbe finanziato i rivoluzionari ucraini contro la Russia di Putin con l'obiettivo di indebolirla. E ora, dal sito della OSF, Soros condanna con veemenza i bombardamenti ad Aleppo perpetrati dal regime e da Mosca, e accusa Putin di sfruttare l’attuale «vuoto» alla Casa Bianca, con l'anatra zoppa Obama e le presidenziali che si avvicinano, per ritagliarsi un ruolo sempre più rilevante sullo scacchiere geopolitico globale con metodi, secondo l'ungherese, del tutto opinabili.

Le accuse a Putin
Soros non usa mezzi termini: «Il mondo – scrive – è testimone di una catastrofe umanitaria di proporzioni storiche. E tutto questo sta accadendo in Siria. Una sciagura che viene perpetrata dal presidente della Federazione russa Vladimir Putin, a sostegno del suo protetto, il presidente siriano Bashar al Assad». Soros si augura che quei raid verranno presto visti chiaramente «come dei crimini di guerra, tra i più eclatanti della storia moderna». A suo avviso, dietro alle azioni i Putin si cela «un calcolo politico insensibile».

L'appello all'opinione pubblica
Ma no è finita qui: il magnate lancia un appello all’opinione pubblica mondiale per portare avanti una campagna contro il presidente russo: «Chiedo al popolo russo, europeo e del mondo intero di non stare a guardare – sono le sue esatte parole – ma di diffondere la propria indignazione. L’opinione pubblica potrebbe indurre Vladimir Putin a porre fine ai suoi efferati crimini contro l’umanità»

Rapporti complicati con Mosca
Come abbiamo già accennato, le parole di Soros non stupiscono, ma si inquadrano in relazioni, tra il magnate e Mosca, già decisamente complicate. Tanto che in Russia le attività di beneficenza dello speculatore sono vietate e le sue società sono state messe al bando perché «anticostituzionali» e perché considerate una minaccia per la sicurezza di Stato.

Il ritratto
Le e-mail recentemente trafugate completano il quadro. Perché getterebbero un'ombra sulle reali finalità delle attività «umanitarie» del magnate. Il ritratto che di Soros fanno gli hacker di Dc Leaks dice tutto: «George Soros è un magnate ungherese-americano, speculatore, filantropo e attivista politico. Guida più di 50 fondazioni, sia globali che regionali. È considerato l’architetto di ogni rivoluzione e colpo di Stato di tutto il mondo negli ultimi 25 anni. A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia. I suoi servi hanno succhiato sangue a milioni e milioni di persone solo per farlo arricchire sempre di più. Soros è un oligarca che sponsorizza il partito Democratico, Hillary Clinton e centinaia di uomini politici di tutto il mondo».

Dall'Ucraina alla Siria
E sarebbe stato innanzitutto il suo ruolo e quello della sua OSF nella crisi ucraina a sancire i suoi complicati rapporti con la Russia. Soros, in particolare, avrebbe cercato di «manipolare» l’opinione pubblica e influenzarla su quanto accadde all’indomani di Euromaidan. «La formazione di una nuova Ucraina porta con sé la possibilità di rinvigorire il progetto europeo. Tuttavia questo è complicato dal fatto che alcuni governi in Europa non credano che quella di Maidan sia stata una rivoluzione democratica», si legge in uno dei documenti trafugati, dall'eloquente titolo «Il dibattito sull’Ucraina in Europa occidentale». Oggi, oltre all'Ucraina, pare che Soros abbia scelto un nuovo campo di battaglia per scontrarsi con Putin: la Siria. Campo su cui, peraltro, parte già con un vantaggio: l'Occidente è già apertamente schierato contro la posizione di Mosca. Pare insomma che non sarà difficile, per il magnate, trovare chi darà seguito alle sue istanze.