19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Nel 75esimo anniversario dell'Operazione Barbarossa

«Anaconda 2016», al via la più grande «guerra» anti-russa dalla Guerra fredda

Carri armati tedeschi varcano la frontiera con la Polonia. No, non siamo tornati al 1941: è in corso la più grande esercitazione Nato in Europa orientale dalla Guerra fredda ad oggi. Per intimidire Mosca

VARSAVIA - Carri armati tedeschi, in queste ore, hanno varcato la frontiera con la Polonia. No, non è uno scherzo: l'ultima volta che ciò avvenne era il 22 giugno 1941, e Adolph Hitler aveva lanciato in gran segreto quella che è passata alla storia come l'«Operazione Barbarossa», con la quale inaugurò l'invasione dell'Unione Sovietica di Stalin. Per fortuna, in questo caso non è in corso una guerra mondiale: è «solo» un'esercitazione della Nato. Un'esercitazione che, però, è tutt'altro che un buon presagio almeno per quanto concerne l'annosa questione dei rapporti tra Occidente e Russia.

War game
La stampa internazionale definisce Anaconda 2016 - questo il nome dell'operazione - la più grande simulazione bellica in Europa orientale dalla fine della Guerra Fredda ad oggi. Il che dice tutto sul punto in cui l'Alleanza Atlantica si sta spingendo nelle sue muscolari dimostrazioni di forza nei confronti di Mosca. La «vulgata» occidentale, naturalmente, definisce tale esercitazione una «risposta» al crescente attivismo della Russia, dopo le frequenti violazioni dello spazio aereo nordico e dopo che, ad aprile, un aereo militare di Mosca ha compiuto delle acrobazie sopra la cacciatorpidiniere USS Donald Cook nelle acque internazionali del Mar Baltico. «Il principio della libertà di navigazione della Marina degli Stati Uniti non contraddice il principio della libertà di volo degli aerei russi», aveva sarcasticamente osservato, di fronte alle scandalizzate denunce statunitensi, un rappresentante del ministero russo della Difesa, il generale Igor Konashenkov. Perché in fondo quella nave militare americana, dotata di scudo missilistico, stava a sua volta conducendo esercitazioni militari con i partner della Nato in acque rigorosamente internazionali.

Un'operazione mastodontica
A dare l’idea delle dimensioni dell’operazione Anaconda, le cifre: 10 giorni di esercitazione, migliaia di veicoli militari da ben 24 Paesi e 31.000 soldati, di cui 14.000 americani, 12.000 polacchi, 800 dalla Gran Bretagna e i restanti da Paesi non appartenenti alla Nato. Esperti di difesa hanno messo in guardia sui rischi di tale operazione: perché qualsiasi minimo incidente, qualsiasi «contrattempo», potrebbe facilmente essere interpretato dalla Russia come un atto ostile e scatenare una sua reazione. Marcin Zaborowski, analista polacco del Centre for European Policy Analysis di Varsavia, ha però ridimensionato le intenzioni dell'Alleanza atlantica: «In Polonia vediamo l’esercitazione come un’azione di rassicurazione da parte di Stati Uniti e Nato», ha dichiarato. «Le necessità di difesa dell’Europa centrale e orientale sono reali. L’obiettivo e le cifre di Anaconda non sono paragonabili alle esercitazioni russe che continuano a venire attuate appena al di là del confine», ha concluso.

Due piccioni con una fava per Washington
Eppure, non tutti la pensano così. Secondo l’esperto canadese del Centre for Research on Globalization Michel Chossudovsky, infatti, l’esercitazione su larga scala tenterebbe di prendere due piccioni con una fava: da un lato, avrebbe lo scopo di intimidire Mosca; dall’altro, rappresenterebbe un «via libera» all’attivismo bellico statunitense anche in altre regioni del globo: in primis, il Medio Oriente. Secondo Chossudovsky, è in particolar modo significativa la coincidenza temporale di Anaconda con il 75esimo anniversario dell’Operazione Barbarossa.

La guerra propagandistica
Una coincidenza più che altro sul piano simbolico, visto che l’esercitazione Nato, nonostante la sua mastodontica portata, non pone immediate minacce militari alla Russia. Barbarossa, invece, era una vera e propria operazione bellica, e in quanto tale, a differenza di Anaconda, è stata condotta segretamente per cogliere di sorpresa gli avversari. Eppure, la circostanza rimane quantomeno inquietante: anche perché Anaconda resta la più grande esercitazione militare nell’Est europeo dalla Guerra fredda, e se non ci si può azzardare a parlare di una nuova Guerra mondiale, non occorre la medesima prudenza per evocare una nuova cortina di ferro. Per Chossudovsky, in effetti, con Anaconda la Nato sta di fatto proseguendo la sua guerra propagandistica, rivolgendosi, in primis, ai media. E il messaggio è chiaro: dobbiamo tenerci pronti a un eventuale attacco di Mosca. Perché la Russia rimane una minaccia.

Guerra fredda 2.0
D’altra parte, oltre agli anniversari storici, la tempistica dell’esercitazione è studiata anche per un’altra ragione: Anaconda prelude infatti al summit della Nato che si terrà a Varsavia tra l’8 e il 9 luglio, dal quale si attende la decisione di posizionare un numero significativo di soldati ed equipaggiamenti in Polonia e nei Paesi baltici. Un summit previsto tra l'altro a poche settimane da quando verrà attivato il famoso scudo missilistico in Romania, come parte dell’ombrello di difesa che Washington vuole azionare dalla Groenlandia alle Azzorre. Insomma: se la Seconda guerra mondiale rimane, per fortuna, un ricordo lontano, non si può dire lo stesso della Guerra fredda. Di cui stiamo ufficialmente vivendo uno spaventoso revival.