26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Obama: voto unanime per chiedere stop a programma nucleare

Schiaffo a Pyongyang, approvate dure sanzioni

Con il voto unanime del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, si è approvata una risoluzione d'iniziativa Usa che aggrava fortemente le sanzioni contro la Corea del Nord dopo il test nucleare e missilistico che Pyongyang ha effettuato nei primi due mesi dell'anno.

PYONGYANG - Il voto unanime del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, con il quale si è approvata una risoluzione d'iniziativa Usa che aggrava fortemente le sanzioni contro la Corea del Nord dopo il test nucleare e missilistico che Pyongyang ha effettuato nei primi due mesi dell'anno, segnala un clima d'isolamento nel quale il regime di Kim Jong Un si trova in questo momento. Anche un paese tradizionalmente alleato come la Cina ha votato a favore, segno di un'irritazione sempre più evidente di Xi Jinping nei confronti del giovane leader nordcoreano.

La risoluzione
La risoluzione era stata proposta dagli Stati uniti e, non a caso, il presidente Barack Obama è stato uno dei primi a reagire al voto, lodando la reazione «ferma, unita e appropriata» alla sfida atomica nordcoreana, che ha già effettuato quattro test nucleari. L'ultimo, il 6 gennaio, seguito il 7 febbraio dal lancio di un satellite considerato dagli esperti come un test missilistico mascherato. «La comunità internazionale, esprimendosi con una sola voce, ha inviato a Pyongyang un messaggio semplice: la Corea del Nord deve abbandonare questi programmi pericolosi e scegliere una vita migliore per il suo popolo», ha aggiunto Obama in un comunicato.

Le sanzioni
Le sanzioni investono diversi campi: dalla compravendita di armi agli scambi finanziari, passando per i beni di lusso ai quali Kim Jong Un e la nomenklatura del suo partito sono notoriamente affezionati. «Sono tra le più pesanti sanzioni mai adottate contro un paese», ha commentato l'ambasciatore britannico Matthew Rycroft. I paesi membri dell'Onu saranno d'ora in poi tenuti a ispezionare le merci provenienti dalla Corea del Nord o destinate verso quel paese. Vengono anche vietate le esportazioni di carbone, dalle quali Pyongyang trae ogni anno almeno un miliardo di dollari, oltre che diversi metalli e alcune terre rare utilizzate nell'alta tecnologia. Le sanzioni, ancora, allungano la lista degli individui e delle imprese nordcoreane i cui beni all'estero vengono congelati. Inoltre bloccano l'espansione delle banche nordcoreane e rendono più difficili i trasferimenti di denaro. Pechino ha persino anticipato l'approvazione, bloccando i trasferimenti di yuan alle banche nordcoreane a Dandong, la città di frontiera dalla quale passa la gran parte dell'interscambio commerciale.

Tensione
Questa irritazione di Pechino è montata negli ultimi due anni. Xi Jinping non sembra apprezzare Kim, in particolare da quando nel 2013 questi procedette con il terzo test nucleare nonostante la richiesta di Pechino, che invece auspica una ripresa dei negoziati a sei sulla denuclearizzazione della Penisola coreana, di non farlo. Non a caso il giovane leader nordcoreano, che si è recato a Mosca in occasione delle commemorazioni per i 70 anni dalla vittoria nella seconda guerra mondiale, non ha fatto la stessa cosa con le analoghe cerimonie di Pechino, capitale che non ha ancora visitato. In questo senso, gli osservatori internazionali non sono stati stupiti dal fatto che la settimana scorsa Pechino e Washington abbiano trovato un accordo sulle sanzioni. La Russia, piuttosto, ha espresso alcune perplessità, che hanno portato a rimandare di un giorno l'approvazione della risoluzione, ma queste eccezioni si sono poi risolte in «modifiche minori e tecniche», secondo quanto ha riferito l'ambasciatore giapponese Motohide Yoshikawa. Ora bisognerà capire quale sarà la reazione di Pyongyang, che era già colpita da quattro serie di sanzioni. Il regime dei Kim non è nuovo a colpi di coda e azioni eclatanti e sa come navigare in mari tempestosi. Questa volta, però, non pare avere porti sicuri sui quali puntare.

(Con fonte Askanews)