28 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Alto debito squalifica la nazione dall'ottenere aiuti

Grecia, ancora mistero sulla partecipazione dell'FMI agli aiuti

Il documento confidenziale ottenuto dal Financial Times palesa tutti i dubbi dell'istituto di Washington a proposito di una sua partecipazione alla nuova tranche di aiuti per Atene.Che, a causa dell'alto debito, non sarebbe un buon candidato per riceverli

NEW YORK (askanews) - C'è incertezza sulla partecipazione del Fondo monetario internazionale al terzo bailout da 86 miliardi di euro a favore della Grecia. Stando a un documento «strettamente confidenziale» da quattro pagine ottenuto dal Financial Times, lo staff dell'istituto di Washington ha spiegato al suo board che l'alto debito di Atene e la scarsa performance vista in passato nell'implementazione delle riforme squalificano la nazione ellenica dall'ottenere un terzo piano di aiuti da parte del Fondo stesso.

FMI parteciperà alle trattative
Ciò significa che gli esperti dell'Fmi parteciperanno comunque ai negoziati in corso nella capitale greca ma l'istituzione guidata da Christine Lagarde impiegherà mesi - forse fino all'anno prossimo - per decidere se partecipare al bailout. Questo scenario, scrive l'FT, ha ripercussioni significative soprattutto in Germania, dove si è sempre sostenuto che sarebbe impossibile ottenere il via libera del Bundestag al nuovo bailout senza il coinvolgimento dell'Fmi. 

Non è detto che parteciperà agli aiuti
Stando al documento ottenuto dall'Ft e presentato ieri nella riunione del board del Fondo durata un paio di ore, i negoziatori dell'Fmi parteciperanno «nelle discussioni» per garantire che il nuovo bailout lanciato dall'Eurozona «sia in linea con quanto ha in mente il Fondo». Ma quei negoziatori «non possono raggiungere accordi in questo momento». L'istituto deciderà di partecipare o meno al piano di aiuti solo «alla fase due» e dopo che la Grecia «ha raggiunto un accordo su un insieme completo di riforme» e, in sostanza, dopo che i creditori europei hanno trovato «un'intesa sulla ristrutturazione del debito». Sempre secondo il documento, il rappresentante della Germania al board del Fondo ha detto che Berlino «avrebbe preferito che il Fondo si muovesse...in parallelo» alle trattative sul bailout.

Ristrutturazione del debito ateniese
Ieri, nella sua prima conferenza stampa online, il direttore generale del Fondo Christine Lagarde era tornata a ribadire la necessità di una «significativa ristrutturazione del debito» di Atene. Una posizione, quella che dell'Fmi, che secondo l'ex ministro francese delle Finance «sta diventando una visione comunemente accettata...con un debito intorno al 170% del Pil e che può arrivare al 200%..con il track record del Paese è inevitabile che ci sia un elemento di ristrutturazione del debito».

Le componenti essenziali per rilanciare la Grecia
Lagarde aveva descritto quattro componenti essenziali con cui la nazione ellenica potrà «rilanciare la situazione economica e sociale raggiungendo la stabilità auspicata». Il primo è dato da «target fiscali ragionevoli che devono essere centrati». Il secondo sta in «misure strutturali per sguinzagliare il potenziale dell'economia greca, che è troppo limitata da tantissime barriere». Il terzo è dato da «finanziamenti sufficienti affinché il programma [di aiuti] sia credibile». Infine c'è una «ristrutturazione del debito che permetterà all'economia greca di camminare non necessariamente su due gambe ma su quattro gambe», quelle appunto legate alle componenti descritte.

Serve determinazione
Il numero uno del Fondo aveva aggiunto: «Sono stata in politica. Ci sono tante cose che si dicono ma quello che alla fine conta è quello che si fa, quello che le autorità greche sono pronte a fare e non il rumore politico che spesso è una necessità». Atene deve «dimostrare determinazione, si propongono pezzi di legislazione, si discutono, il Parlamento li vota o no, e poi si implementa quello che si è deciso». Per Lagarde ciò indica la vera volontà delle autorità per far sì che «l'economia greca ragggiunga un punto di svolta, inizi a creare occupazione e ristabilisca completamente la sovranità dell'economia stessa per fare in modo che a un certo punto possa tornare ad accedere al mercato e si finanzi senza alcun aiuto».