25 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Emergenza immigrazione

Bruxelles: bene nota franco-tedesca su «quote» rifugiati

La Commissione europea «si felicita» del fatto che i governi francese e tedesco abbiano una «posizione comune» favorevole alla ripartizione fra gli altri paesi Ue di 40.000 richiedenti asilo che giungeranno in Italia e in Grecia nei prossimi due anni.

BRUXELLES (askanews) - La Commissione europea «si felicita» del fatto che i governi francese e tedesco abbiano una «posizione comune» favorevole alla ripartizione fra gli altri paesi Ue di 40.000 richiedenti asilo che giungeranno in Italia e in Grecia nei prossimi due anni; «si rallegra», inoltre, del fatto che Parigi e Berlino «condividano i principi di responsabilità e solidarietà» alla base della proposta di Decisione del Consiglio Ue che in questo senso l'Esecutivo comunitario ha avanzato il 27 maggio scorso. Così una portavoce della Commissione ha commentato oggi a Bruxelles un comunicato stampa congiunto emesso stamattina dal ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve e dal collega tedesco Thomas de Maizière, in cui in realtà si critica in modo piuttosto pesante la proposta di decisione.

La nota franco-tedesca, in particolare, attacca il modo in cui la Commissione, nella sua proposta per la «relocation» («ricollocazione»), ha calibrato i criteri per ripartire i rifugiati fra gli Stati membri membri, e chiede di far valere di più il criterio dell'accoglienza già concessa in passato da ciascun paese (ricordando che, da soli, Francia, Germania, Svezia, Italia e Ungheria hanno il 75% dei richiedenti asilo).

Allo stesso tempo, il documento franco-tedesco sottolinea che questo nuovo meccanismo di ripartizione dovrà essere usato solo in limitati casi, come misura «temporanea ed eccezionale», mentre in generale «devono continuare a prevalere» le regole di Dublino, secondo cui è sempre il paese di primo approdo che deve farsi carico dei richiedenti asilo. La Commissione, invece, ha già espresso l'intenzione di proporre un meccanismo permanente per la «relocation» e di superare in qualche modo le regole di Dublino, che in questi anni hanno dimostrato di penalizzare oltremodo i paesi più esposti ai flussi migratori mentre altri se ne lavavano allegramente le mani.

Ai cronisti che chiedevano se la Commissione sia pronta a ridiscutere i criteri per la ripartizione dei rifugiati fra i paesi membri, la portavoce, Natasha Bertaud, ha risposto che «i dettagli della proposta saranno discussi al Consiglio Affari interni dell'Ue il 15 e 16 giugno», a Lussemburgo, aggiungendo poi: «Non ci sorprende che ci siano discussioni sui diversi crieteri e sul peso realtivo che è stato attribuito a ciascuno di essi». Su questo comunque, "siamo aperti alla discussione".

Tuttavia, è chiaro, e la stessa Bertaud l'ha confermato, che se non ci sarà accordo fra gli Stati membri al Consiglio Ue il 16 giugno, il nuovo meccanismo temporaneo di ripartizione dei rifugiati arrivati in Italia e in Grecia non potrà entrare in vigore all'inizio di luglio, secondo quanto prevedeva la Commissione. Si rischia, insomma di avere una misura d'urgenza non ancora in vigore quando c'è l'urgenza, cioè in estate, quando aumentano esponenzialmente gli sbarchi.

La nota dei due ministri dell'Interno è stato fortemente criticata dai Verdi al Parlamento europeo, secondo i quali l'asse franco-tedesco «non costituisce un motore per l'Europa, ma un freno irresponsabilee demagogico alla mobilitazione europea per salvare vite umane in mare» e per «risolvere la crisi umanitaria», come ha commentato la francese Eva Joly.