La Merkel boccia Putin, la Cina lo promuove
La leadership ha il suo prezzo. Frau Merkel ha subito un attacco informatico da parte di un'organizzazione ucraina filorussa (la CyberBerkut), rivolto contro il suo sito web ed altri portali tedeschi. La Cancelliera aveva espresso parere negativo sulla possibilità di sospendere le sanzioni contro Mosca, ma se l'Europa ha deciso la linea dura contro Putin, i cinesi non disdegnano di aiutarlo.
BERLINO - La leadership ha il suo prezzo. Frau Merkel ha subito un attacco informatico da parte di un'organizzazione ucraina filorussa (la CyberBerkut), rivolto contro il suo sito web ed altri portali tedeschi. La Cancelliera aveva espresso parere negativo sulla possibilità di sospendere le sanzioni contro Mosca, e questa è stata la risposta degli ucraini moscoviti. Ma se l'Europa ha deciso di tenere la linea dura contro Putin, scegliendo la via dell'autoflagellazione perché più che la Russia il prezzo delle sanzioni lo stanno pagando le imprese europee che hanno visto crollare il loro export, a Pechino la pensano diversamente. E non disdegnano di aiutare i loro vicini.
FRAU MERKEL E LA CYBER-VENDETTA - A Berlino si è svolto l'incontro tra Angela Merkel e Arseni Jazenjuk, il primo ministro Ucraino, e durante la conferenza stampa congiunta la Cancelliera ha dichiarato che le misure contro il Cremlino debbano mantenersi in essere: «I dodici punti del protocollo di Minsk devono essere rispettati, altrimenti non ci sarà nessun ammorbidimento della linea europea», ha dichiarato Frau Merkel. La posizione espressa dalla Germania è stata in verità piuttosto dura, proprio quando l'Alto rappresentante della Politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, aveva lasciato intravedere la possibilità di una nuova fase di distensione. Nonostante l'effetto boomerang delle sanzioni si stia ripercuotendo anche su migliaia di imprese tedesche, la Cancelliera intende mantenere il punto e non è disposta ad arretrare di un passo nei confronti della Russia. Anche se gli attacchi informatici hanno immediatamente preso di mira la Germania - e il suo sito web - subito dopo le sue dichiarazioni.
PECHINO SI SCHIERA CON PUTIN - Se i tedeschi (e l'Europa) hanno scelto la via dello scontro diretto con la Russia, i cinesi si sono invece schierati apertamente col loro vicino di casa: Vladimir Putin. Una delle più importanti agenzie di rating dell'Impero del Sol Levante, la Dagong, suona tutt'altra musica rispetto a quella cantata dalla Standard & Poor's o la Fitch, e promuove a pieni voti la situazione economica russa. Due anni fa, la stessa agenzia aveva declassato senza pietà il debito americano (portandolo a A-), ma oggi spezza una lancia in favore di Mosca, nonostante il crollo del rublo. Mentre la popolazione russa fa la fila davanti ai negozi per cercare di preservare il valore dei suoi risparmi, acquistando una gran moltitudine di beni il cui prezzo rischia di precipitare a vista d'occhio, Pechino ha scelto di remare controcorrente (ma con l'intento di portare l'acqua al suo mulino).
DAGONG BOCCIA GLI USA, MA SALVA LA RUSSIA - La società di rating Dagong è, da qualche tempo, molto attiva in Russia, dove le aziende russe sono sue clienti. Inoltre, lo scenario delle alleanze globali è ormai mutato radicalmente dai tempi dello storico viaggio del presidente americano Nixon nella terra della Grande Muraglia, e la nuova amicizia tra Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping è stata sancita, non da ultimo, anche da una vigorosa stretta di mano durante l'Apec. La Cina si è dichiarata neutrale durante la crisi Ucraina, ma resta il fatto che ha siglato con la Russia un currency swap da 150 miliardi di yuan (24,16 miliardi di dollari Usa), e se il rublo continuasse la sua discesa in picchiata, per i cinesi significherebbe incassare delle perdite piuttosto consistenti. Nel 2013, il volume dei pagamenti in rubli dei contratti russo-cinesi di import-export è cresciuto dell'82%, e nel 2014 è stato vicino al miliardo di dollari.
LA NUOVA ALLEANZA DEL SECOLO E' RUSSO-CINESE - Le relazioni russo-cinesi sono perciò diventate reciprocamente essenziali. L'ultimo tassello di questo nuovo puzzle di alleanze internazionali è stato il contratto del secolo sul gas, firmato appunto tra Mosca e Pechino, e le cui radici affondano nel tempo. Dal 2010 la Cina è diventato il primo partner commerciale per la Russia; e dal 2000 al 2012, da quando Putin è arrivato alla Presidenza, il volume del traffico di merci tra i due paesi si è più che decuplicato passando da 8 a 87 miliardi di dollari. Intanto, è diventata realtà anche l'Unione Euroasiatica, e nonostante le difficoltà economiche che sta attraversando, la Russia non perde smalto e guarda con entusiasmo al nuovo Eldorado dell'Asia. Siamo proprio sicuri che all'Europa, e alla Merkel, convenga puntare i piedi contro Putin?
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