2 maggio 2024
Aggiornato 00:00
La crisi siriana

Ribelli abbattono la statua del padre di Assad

Video amatoriali hanno ripreso una folla che tira giù con una corda l'enorme statua dorata nella piazza principale di Raqa, in immagini che ricordano quelle dall'abbattimento della statua di Saddam Hussein nel 2003 a Baghdad. Colloquio tra Putin e Hollande per individuare soluzione

RAQA - E' stata definita la maggiore vittoria militare dei ribelli dallo scoppio della rivolta contro il regime del rais siriano Bashar al-Assad, ma la presa di Raqa, nel nord della Siria, è stata marcata anche da un'evento fortemente simbolico: i ribelli hanno abbattuto una statua gigante del padre dell'attuale dittatore, Hafez al-Assad, che ha regnato prima di lui per 30 anni.
Video amatoriali hanno ripreso una folla che tira giù con una corda l'enorme statua dorata nella piazza principale di Raqa, in immagini che ricordano quelle dall'abbattimento della statua di Saddam Hussein nel 2003 a Baghdad. I manifestanti si sono poi avventati sulla testa del colosso colpendola con le loro scarpe (un gesto particolarmente offensivo nel mondo musulmano) e un uomo l'ha cominciata a prendere a colpi d'ascia. «Vieni Bashar a vedere cos'è successo alla statua di tuo padre!», gridava una voce vicina al microfono, probabilmente quella della stessa persona che ha girato il video. I ribelli hanno anche abbattuto un poster gigante dell'attuale presidente, Bashar al-Assad.
Nonostante pesanti bombardamenti da parte dell'aviazione siriana, la città ieri è caduta quasi interamente nelle mani dei ribelli, che hanno anche catturato il governatore provinciale. Nonostante tutto, la presa di Raqa ancora non sembra definitiva: durante la notte l'esercito e le milizie del regime hanno continuato a combattere vicino alla sede del quartier generale dell'intelligence militare e «nuovi rinforzi dell'esercito sono diretti» verso la città, secondo quanto riferito dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, con base a Londra.

Almeno 42 soldati siriani uccisi in imboscata in Iraq - Almeno 42 soldati siriani sono stati uccisi oggi in una imboscata condotta da uomini armati non identificati contro il loro convoglio in Iraq, dove erano entrati fuggendo dai violenti combattimenti che si sono svolti nel fine settimana sul lato siriano della frontiera. Lo hanno riferito funzionari iracheni.
Anche sette iracheni sono stati uccisi nell'imboscata, hanno aggiunto le stesse fonti, precisando che i soldati siriani hanno attraversato la frontiera passando dal valico di Yaarubiyeh, teatro di violenti combattimenti tra l'esercito siriano e i ribelli in lotta contro il regime del presidente siriano Bashar al-Assad.

Colloquio tra Putin e Hollande per individuare soluzione - I presidenti di Russia e Francia, Vladimir Putin e Francois Hollande hanno avuto una conversazione telefonica questa mattina sulla situazione in Siria. «IN seguito alla recente visita del presidente francese in Russia, le due parti hanno continuato lo scambio di punti di vista sulla cooperazione per risolvere la situazione in Siria», ha precisato il Cremlino in un breve comunicato, senza fornire ulteriori dettagli.
Al termine dell'incontro di giovedì a Mosca con Putin, Hollande aveva dichiarato che i due paesi condividevano lo «stesso obiettivo», quello di mettere fine al conflitto in Siria, ma divergevano sui mezzi per raggiungerlo. Per la Francia infatti il dialogo politico non può passare attraverso il presidente Assad».
Parigi, come altri paesi occidentali, auspica l'allontanamento di Bashar al Assad, mentre Mosca valuta che solo il popolo siriano debba decidere le sorti del Paese, dove la rivolta contro il regime è costata la vita finora a 70mila persone in due anni, secondo le stime delle Nazioni Unite.