19 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Bce

Il Quantitative Easing è la droga del settore finanziario: Draghi dimezza la dose

L'economia finanziaria è drogata dai soldi della Bce. E come tutti i tossicodipendenti non può smettere di assumere sostanze

FRANCOFORTE - Festeggiano le borse, il Quantitative Easing di Mario Draghi continuerà a irrorare il sistema finanziario ancora per molti anni e probabilmente diventerà una misura strutturale. Certo la sua portata è stata dimezzata, ma si tratta di un taglio parziale che non mette in difficoltà la speculazione finanziaria, ovvero il massimo beneficiario di queste misure. Cos'è il Qe? Come scritto già più volte sulle pagine del Diario, l’alleggerimento quantitativo altro non è che la creazione di moneta dal nulla, come d’altro canto tutte le monete che non abbiano una relazione con un bene fisico, ad esempio l’oro. Un’astrazione che sfiora l’incantesimo, deborda nel teologico, il cui valore è dato dal riconoscimento da parte di tutti gli esseri umani quale mezzo di pagamento di una valore, per molti versi morale e non solo materiale, a vista. Cose note da millenni.

Come funziona il Qe in parole semplici
La Bce ha semplicemente deciso di creare moneta per finanziare l’acquisto dei titoli di stato, oggetto di forti speculazioni nel 2011. E’ quindi uno strumento di politica monetaria non convenzionale, anche se antico come il mondo. La Bce dunque crea moneta a debito e lo fa attraverso iniezioni di liquidità, con operazioni di mercato aperto, tramite l’acquisto di titoli di Stato e di altre obbligazioniI. I titoli di debito pubblico degli Stati membri dell'Eurozona saranno acquistati in proporzione alle quote del capitale sociale della BCE detenute dalle rispettive banche centrali nazionali, allocando il 92% del relativo rischio sui singoli istituti nazionali (che scende all'80% se si considerano anche gli acquisti dei titoli di debito pubblico delle istituzioni europee). Così spiegava il meccanismo Angelo Baglio, economista, nel 2012: «A vendere questi titoli alla Bce sono le banche, che ricevono in cambio moneta, nella forma di depositi presso la Bce stessa. E così i depositi che le banche detengono presso la Bce aumentano».

Perché le Borse salgono e l’inflazione rimane stabile?
Ci troviamo di fronte a una nuova trappola monetaria in cui il denaro prodotto dalla Bce e inserito nel mercato secondario al fine di acquistare il debito pubblico delle nazioni è molto maggiore rispetto l’offerta di questi ultimi. Così la massa monetaria in eccedenza può far crescere la cosiddetta economia finanziaria. Il meccanismo ha creato un’enorme bolla finanziaria, completamente sganciata dall’economia reale. Tutti i listini azionari mondiali sono sui massimi, Wall Street è addirittura al suo apogeo storico, mentre i bilanci delle industrie sono traballanti e l’occupazione diminuisce, oppure viene svalutata fino a perdere il valore supremo del lavoro, quello della dignità. In tal senso è ovvio che l’inflazione, ovvero l’indicatore afferente ai consumi, sia stabile o addirittura regredisca. Il denaro della Bce finisce solo per una piccolissima parte nell’economia reale. Perché o viene utilizzato per ricapitalizzare il debito pubblico delle varie nazioni, in primis l’Italia, o rimane intrappolato dentro l’economia casinò. Solo una piccola parte «percola» – in termini tecnici – negli investimenti che poi creano lavoro e ricchezza comune.

Il grande ricatto
Di per sé si tratta di un immenso ricatto del settore finanziario, che per altro si fa forte di un sistema fiscale non uniforme, fondato sulla presenza di paradisi fiscali che mettono al sicuro gli speculatori da ogni tipo di tassazione. Il tutto mentre il lavoro, e gli investimenti della piccola industria, vengono subissati di tasse. Draghi, ovviamente, non può ritornare indietro, pena il collasso dell’intera economia globale. Ma il ragionamento è identico per quanto concerne la Federal Reserve e la Banca centrale giapponese. 

Il socialismo dei ricchi
E’ una dinamica squisitamente socialista, ma per i ricchi. I quali non temono di sfruttare i modelli filosofici, e economici, marxiani afferenti alla creazione della moneta. Per molti versi nemmeno la classe lavoratrice può fare a meno di questo modello, come un mendicante che tende la mano. Il lavoro, sempre più sostituito in occidente da robot e schiavi, sempre più rientrerà nel reame della sopravvivenza, perdendo ogni potenzialità di crescita sociale. Ma si può fare a meno di questo? No: si pensi alla sciagurata ma indispensabile idea del reddito di cittadinanza, che potrà trovare sostenibilità solo in una ulteriore dose di Quantitative Easing. Il capitalismo malato degli ultimi decenni, slegato dal lavoro, sta entrando dentro una fase tossicodipendente, connotato da una violenta reazione a ogni taglio della dose. E Draghi altro non fa che confermare questa sottomissione. L’alternativa è la crisi da astinenza, che nessuno vuole vivere. I piccoli imprenditori dovranno prima o poi accettare il compromesso, abbandonare la produzione e puntare anch'essi sulla finanza.