Fitch rivede l'outlook sull'Italia al ribasso e ipotizza 3 scenari dopo il referendum
L'agenzia di rating scende in campo in vista dell'imminente referendum sulla riforma costituzionale. Taglia l'outlook sull'Italia da «stabile» a «negativo» e ipotizza cosa accadrà dopo il voto del 4 dicembre

NEW YORK – Dopo l'endorsement di Barack Obama arriva anche quello di Fitch. La data del referendum costituzionale, che potrebbe segnare la fine del governo Renzi, si avvicina e ora scendono in campo anche le agenzie di rating. Fitch ha tagliato l'outlook sull'Italia da «stabile» a «negativo» spiegando che, nel caso dovesse vincere il fronte del «No», il paese e l'Esecutivo dovranno fare i conti con uno «shock politico» (LEGGI ANCHE "Borse in tilt, come agisce il terrorismo finanziario e cosa c'entra col referendum di Renzi").
Fitch taglia l'outlook dell'Italia
L'endorsement di Barack Obama evidentemente non basta. Ora arriva, puntuale in vista dell'imminente voto sulla riforma costituzionale, anche quello di Fitch. L'agenzia di rating avverte che se vincerà il «no» sarà uno «shock politico» con cui il presidente del consiglio e il suo governo dovranno fare i conti. E proprio alla luce di questa incertezza politica e dell'aumento dei rischi al ribasso Fitch ha deciso di tagliare l'outlook sull'Italia a "negativo" da "stabile" confermando però allo stesso tempo il rating "BBB+" (LEGGI ANCHE "Un tempo la Cia, oggi le agenzie di rating: l'Italia sempre schiava degli Usa").
I tre scenari post-referendum dell'agenzia di rating
Fitch scende in campo tre giorni dopo la visita di Renzi da Obama. Il presidente americano, durante la sua ultima cena di Stato, non solo aveva detto che gli Usa «sostengono con forza» il referendum perché metterebbe l'Italia sulla strada giusta, ma anche che l'ex sindaco di Firenze «dovrebbe restare per un po'», anche qualora vincesse il fronte del «No». Fitch, invece, ipotizza tre scenari diversi per l'esito referendario. Nel primo ci sarebbe un «governo ad interim focalizzato nell'introdurre una nuova legge elettorale in vista delle elezioni parlamentari di metà 2017». Nel secondo Renzi resterebbe in carica «con una posizione politica debole».
La crescita rallenta e il debito aumenta
Nel terzo il paese andrebbe ad elezioni immediate con la legge elettorale esistente. Fitch sottolinea che anche nel caso in cui prevalga il Sì, «l'Italia dovrà affrontare le elezioni entro maggio 2018 con partiti populisti ed euroscettici che attualmente stanno andando bene ai sondaggi». Nel frattempo, però, l'agenzia di rating ha tagliato le stime di crescita del Pil italiano nel 2016 a un +0,8% dal +1% calcolato ad aprile. E per il 2017 la stima è passata a un +0,9% da un +1,3%. Le sue previsioni sono identiche a quelle del Fondo monetario internazionale. Stime in peggioramento anche per il debito pubblico. Secondo Fitch salirà al 132,8% del Pil entro fine anno dal 132,3% di fine 2015, peggio del 131,8% calcolato dalla stessa agenzia di rating nel mese di aprile.