Ddl povertà, la prima misura universale per gli italiani più bisognosi
L'esame degli emendamenti al ddl povertà si è concluso oggi. Ecco a chi è rivolta la nuova legge e perché il suo obiettivo principale è la lotta alla povertà assoluta nel Belpaese
ROMA - Con il ddl delega sulla povertà si aprirà la strada alla «possibilità di approvare la prima misura strutturale di contrasto alla povertà che il nostro Paese abbia mai avuto e dare» così una risposta concreta alle persone in maggiore difficoltà. Così Ileana Piazzoni e Anna Giacobbe (entrambe del Pd), relatrici nelle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera, che oggi hanno terminato l'esame degli emendamenti, hanno esordito in Parlamento.
Il ddl povertà
Secondo le relatrici, «il lavoro puntuale e approfondito» si è svolto nelle commissioni congiunte «in un clima di collaborazione tra i gruppi di maggioranza e opposizione, insieme al confronto proficuo e costante con il Governo», e ha portato a definire i contorni del provvedimento, finalizzandolo alla costruzione «di una misura universale di contrasto alla povertà, con l'assorbimento delle sole prestazioni che oggi perseguono questa finalità in maniera inefficace e frammentata».
A chi è rivolta la nuova legge
La misura in questione, sostengono, «avrà carattere universale, sarà condizionata alla prova dei mezzi e a un progetto personalizzato che garantisca la piena partecipazione dei destinatari», realizzato a livello di ambito territoriale, garantendo in questo modo percorsi di inclusione attiva. Sarà rivolta prioritariamente ai nuclei familiari con figli minori o in condizione di disabilità grave o in cui siano presenti donne in stato di gravidanza, e ai soggetti disoccupati con più di 55 anni.
L'obiettivo è la lotta alla povertà assoluta
Ma l'obiettivo chiaro della legge delega è quello di introdurre una misura in grado di sostenere «tutti i soggetti in situazione di povertà assoluta», definita come l'impossibilità di disporre dell'insieme dei beni e dei servizi necessari a condurre un livello di vita dignitoso, superando in questo modo l'approccio categoriale. «L'azione delle regioni e degli enti locali che svolgeranno un ruolo centrale nell'attuazione della misura, verrà sostenuta attraverso il rafforzamento del sistema dei servizi sociali", grazie all'utilizzo di risorse provenienti dai fondi europei e della gestione associata, ridenfinendo «il quadro normativo che oggi non permette proprio a regioni e comuni scelte più funzionali ed efficienti».
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