Bce, via libera ai corporate bond. Ma i soldi dell'Ue non finiranno nelle imprese europee
A partire da oggi, il QE si estende dai covered bond ai corporate bond. Ma quali titoli potranno essere acquistati? Ecco perché i soldi dell'UE potrebbero essere usati per finanziare non le imprese europee, ma soprattutto i colossi americani
ROMA – Inizia oggi la terza fase del quantitative easing, che si estende ora anche ai bond societari. In questo modo, la BCE aumenta ulteriormente gli sforzi per stimolare l'economia dell'Eurozona e combattere l'inflazione, ma non tutti sanno perché la banca centrale europea abbia deciso di puntare su un così vasto piano di acquisto di obbligazioni societarie. Quali ripercussioni potrà avere nel medio e lungo termine? Il super-QE di Mario Draghi raggiungerà i suoi obiettivi o sparerà a salve? E, soprattutto, chi ci guadagnerà davvero?
Dai covered bond ai corporate bond
La BCE ha acquistato più di 800 miliardi di euro di titoli di Stato a partire dal mese di marzo del 2015 e ora si appresta a tuffarsi nel mercato delle obbligazioni societarie con l'intenzione di acquistare quote del debito delle più grandi aziende mondiali. Il super-QE di Mario Draghi non solo amplia il suo portafogli includendo, a partire da oggi, i corporate bond (titoli societari) oltre ai covered bond (titoli di Stato), ma diventa addirittura «mondiale». I titoli ammessi, infatti, varcano i confini dell'UE e molti di essi sono americani.
Qual è l'obiettivo del super-QE?
La decisione di estendere il piano di acquisto del quantitative easing della BCE anche alle obbligazioni societarie risponde alla necessità di amplificare ulteriormente gli effetti della manovra monetaria espansiva intrapresa dal presidente Draghi. Tra gli obiettivi della banca centrale europea, infatti, c'è quello di garantire la stabilità dei prezzi raggiungendo un livello di inflazione«di equilibrio» vicino al 2%. L'Eurozona, però, è ancora molto lontana da questo traguardo e per questo è necessario ricorrere a misure di stimolo per l'economia reale e a iniezioni di liquidità, come il QE e il super-QE.
Quali titoli possono essere acquistati?
Come riporta Bloomberg, tra i titoli ammessi nel piano di acquisti ci sono quelli emessi da Anheuser-Busch InBev NV (il più grande produttore di birra al mondo), quelli di Telefonica SA (l'ex monopolista spagnolo delle telecomunicazioni), di Siemens AG (la più grande società di ingegneria in Europa), di Assicurazioni Generali SpA (il colosso assicurativo italiano) e Telecom Italia SpA, della casa automobilistica francese Renault SA e molti altri. In pratica, sarà acquistabile una vasta gamma di bond e le uniche condizioni per rientrare nel QE sono: la denominazione in euro dei titoli, la valutazione di investment grade da parte di una delle grandi agenzie di rating e l'esistenza di una sede nell'Eurozona per la società emittente.
Soldi dell'UE per finanziare imprese non europee
Come abbiamo già sottolineato in un precedente articolo, questo significa in parole povere che potranno essere acquistate anche le obbligazioni societarie incorporate nell'area euro, ma con capogruppo fuori dall'UE, cioè extra-comunitarie: è il caso delle emittenti statunitensi. Ed è interessante sottolineare che circa il 30% del mercato dei corporate bond dell'Eurozona con rating investment grade è composto proprio da società americane. Nei prossimi mesi, stando alle regole del super-QE, (che permetterà alla BCE di acquistare fino al 70% di ogni singola emissione), una parte considerevole dei soldi dell'Istituto di Francoforte varcherà i confini europei per finanziare imprese non-europee, soprattutto statunitensi.
Quali conseguenze avrà il super-QE?
I primi effetti della terza fase del quantitative easing si sono già manifestati. E' bastato l'annuncio di Mario Draghi a provocare un crollo dei rendimenti delle obbligazioni societarie con rating investment grade e alcune società hanno già raggiunto perfino tassi al di sotto dello zero. Finora questo fenomeno aveva interessato solamente i titoli di Stato, ma da oggi potrebbe estendersi anche ai titoli di molte società internazionali, spingendole ad approfittare delle condizioni particolarmente favorevoli del mercato per emettere nuovo debito e autofinanziarsi a tassi estremamente vantaggiosi.
Un regalo ai colossi americani
Nel lungo periodo questo significa che molte società straniere avranno la possibilità di indebitarsi a basso costo proprio grazie al super-QE di Mario Draghi. Come evidenzia l'articolo di Marcello Bussi pubblicato su Milano Finanza e ripreso da Formiche.net, i soldi della BCE potranno essere dirottati oltreoceano per finanziare i colossi americani, col rischio di penalizzare ulteriormente le imprese europee già duramente provate dalla concorrenza con le multinazionali statunitensi. Non a caso - ma la fonte non è ancora ufficiale - sembra che McDonald’s stia già valutando la possibilità di emettere bond con scadenze nel gennaio 2021, novembre 2023 e nel maggio 2028, per approfittare dei bassi costi di emissione nell’Eurozona e del piano di acquisto del super-QE. Sarà forse anche per questo che i titoli acquistati resteranno segreti?
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