16 maggio 2025
Aggiornato 02:30
La politica monetaria di Francoforte

Deflazione e attacchi a Parigi spingono la BCE verso nuovi stimoli all'economia

Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, che come tutti i suoi pari dell'area euro siede nel Consiglio direttivo, ha avvertito che «aggiungeranno sicuramente in maniera negativa il loro peso sulla fiducia e faranno aumentare i livelli di incertezza».

FRANCOFORTE - L'ondata di allarmismo e incertezza causata dagli attacchi terroristici a Parigi potrebbe contribuire a spingere la Bce a rompere gli indugi, e procedere a dicembre ad un potenziamento degli stimoli all'economia. Perché le ricadute negative sull'economia di questi tragici eventi, e conseguentemente il potenziale freno a far tornare l'inflazione ai valori obiettivo della stessa istituzione, sono state appena menzionate da due esponenti del direttorio. Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, che come tutti i suoi pari dell'area euro siede nel Consiglio direttivo, ha avvertito che «aggiungeranno sicuramente in maniera negativa il loro peso sulla fiducia e faranno aumentare i livelli di incertezza».

Sulla stessa lunghezza d'onda il componente del Comitato esecutivo Peter Praet, che siede a sua volta nel Consiglio e ha le deleghe equivalenti a responsabile economico della Bce. «I rischi sono presenti, e alla luce degli eventi del fine settimana potrebbero anche essere aumentati. In realtà non è tanto l'economia, quanto il contesto geopolitico a subire l'impatto». Ma anche se è difficile calcolare quale sia la ricaduta in campo puramente economico, «non possiamo negare che vi sia», ha detto.

In ogni caso è un nuovo fattore che si aggiunge ad un quadro che vede già molti motivi per i quali la Bce potrebbe muoversi. Nel resoconto dettagliato della riunione del 22 ottobre scorso viene messo nero su bianco che nell'area euro «il rischio di deflazione resta rilevante». E che tra i banchieri centrali «sono stati espressi timori sulla prospettiva di un ulteriore deterioramento della dinamica dei prezzi».

Questo dovrebbe evidenziarsi in revisioni al ribasso delle stime che i tecnici della Bce stanno preparando per il consiglio che si svolgerà giovedì 3 dicembre. Spianando la strada ad un potenziamento del quantitative easing. Perché le misure attuali «a dispetto della loro ampiezza, potrebbero non essere sufficienti a far guadagnare sufficientemente trazione» all'economia, e in questo modo a favorire un ritorno dell'inflazione a livelli che la Bce ritiene accettabili, ossia vicino al 2 per cento.

«Tutte le possibili opzioni dovranno essere perse in considerazione». A cominciare dalla possibilità di proseguire la manovra di acquisti di titoli finanziari oltre la scadenza prevista del settembre 2016. Inoltre il Qe, che la Bce sta portando avanti al ritmo di 60 miliardi di euro al mese, potrebbe essere aggiustato sia per mole che per composizione dei titoli rilevati. E si potrebbero valutare «altre opzioni».

Tra queste altre opzioni vi è innanzitutto la possibilità di abbassare ulteriormente il tasso sui depositi parcheggiati dalle banche commerciali presso la Bce. Anche se nel direttorio è stato notato che significherebbe «spingersi oltre in territorio inesplorato» e che una mssa simile andrebbe soppesata ulteriormente a livello tecnico.

In ogni caso il Consiglio ha convenuto sul fatto che i rischi «sono aumentati» e che la risalita dell'inflazione ai valori obiettivo «slitta nuovamente più in avanti». Questa revisione è «potenzialmente allarmante» perché implica che il periodo di caro vita pericolosamente basso risulterà più protratto. Ed è probabilmente questo il fattore che tene vivi i timori di deflazione. Che raramente nelle comunicazioni della Bce vengono menzionati in maniera così esplicita, come in queste minute. Il prossimo Consiglio si svolgerà il 3 dicembre, il relativo resoconto verrà pubblicato il 14 gennaio 2016.

(con fonte Askanews)