18 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Politica monetaria USA

Yellen riapre al rialzo dei tassi in dicembre

Il presidente della Federal Reserve americana non esclude un aumento dei tassi durante la riunione del Fomc di dicembre qualora le aspettative di inflazione fossero vicine al 2%: «Al momento quello che vediamo è un'economia interna abbastanza forte e che sta crescendo a un passo deciso»

NEW YORK - Il dollaro avanza sui massimi di tre mesi contro l'euro. I Treasury ampliano i cali con il rendimento del titolo a due anni ai massimi del 2011. L'azionario americano si porta sui minimi intraday non riescendo a mantenere il lieve rialzo registrato in apertura. E' questa la reazione delle varie asset class alle parole di Janet Yellen, secondo cui potrebbe essere «appropriato» alzare i tassi nella riunione della Federal Reserve di dicembre. Ancora una decisione non è stata presa, ha spiegato il governatore durante una testimonianza alla commissione Servizi finanziari della Camera. Ma se i dati macroeconomici in arrivo tra ora e i prossimi 15 e 16 dicembre saranno in linea alle stime, allora quella riunione «potrebbe essere una 'possibilità viva' per un rialzo dei tassi». Secondo Yellen, agire prima con una stretta piuttosto che dopo «permette un incremento [del costo del denaro] più graduale nel corso del tempo».

Una stretta nel 2015 è dunque ancora più probabile. Lo dimostrano i future sui Fed Funds, usati dagli investitori per fare scommesse sulla politica della Fed: le chance sono cresciute al 60% dal 52% di ieri e dal 38% precedente al meeting della Fed del 28 ottobre. Già allora il Federal Open Market Committee (Fomc) disse che «nel determinare se sarà appropriato alzare il range dei tassi nel prossimo meeting, il Comitato valuterà i progressi - sia realizzati sia attesi - verso gli obiettivi di massima occupazione e inflazione al 2%». Oggi Yellen ha riusato l'aggettivo «appropriato» aggiungendo che «muoversi con la giusta tempistica, se i dati e l'outlook lo giustificano, è una cosa prudente da fare».

Così facendo la Fed potrà alzare i tassi - fermi ai minimi storici pari allo 0-0,25% dal dicembre del 2008 - a «un passo più graduale e misurato». Il governatore e i suoi colleghi si aspettano che «l'economia evolva in modo tale» da permettere una stretta graduale, appunto. E dopo che un aumento del costo del denaro ci sarà stato, «ovviamente» la Fed cercherà di capire «molto attentamente se le nostre aspettative si sono realizzate».

Per prendere una decisione è certo che la Fed guardi anche all'estero. L'Fomc «prende in considerazione la performance globale» per valutare il da farsi in materia di tassi. «Al momento quello che vediamo è un'economia interna abbastanza forte e che sta crescendo a un passo deciso, controbilanciato da un po' di debolezza dell'economia globale» che è un «freno». In generale comunque «i rischi all'outlook per la crescita economica e il mercato del lavoro sono equilibrati», proprio come recitava il comunicato di ottobre dell'Fomc.

Yellen «non vede la necessità di tassi di interesse negativi», una tattica usata da altre banche centrali per provare a stimolare le economie in cui operano. E infatti la Fed sta «attivamente considerando» un aumento del costo del denaro nel prossimo futuro. Il successore di Ben Bernanke però lascia la porta aperta a un simile scenario: «Se le circostanze dovessero cambiare - per esempio l'outlook economico, cosa che non mi aspetto - e peggiorare in modo così significativo da portare a credere che dobbiamo fornire più sostegno all'economia, allora potenzialmente qualsiasi cosa (inclusi tassi negativi) sarebbe sul tavolo». In una simile circostanza, la Fed «dovrebbe studiare l'impatto di tassi di interesse negativi», che sarebbero pensati per «incoraggiare la concessione di prestiti».

Yellen esclude poi il lancio di un quarto round di allentamento monetario dopo quelli del 2008 (in piena crisi finanziaria), nel 2010 e poi nel settembre 2012 (quest'ultimo è stato portato a termine nell'ottobre 2014). La Fed non ha intenzione di ampliare il suo bilancio arrivato a circa 4.500 miliardi di dollari attraverso l'acquisto di nuovi asset.

(con fonte Askanews)