1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Ankara smentisce ritardi nelle negoziazioni con Mosca

Una via italiana per Turkish stream?

Il ministro dell'Energia russo Novak ha detto che toccherà ai Paesi europei costruire le infrastrutture di collegamento con il gasdotto che arriverà fino in Grecia: «Il percorso potrà prendere vie diverse, potranno decidere di passare per l'Italia se vorranno (facendo implicito riferimento all'aperture dell'Ue di far transitare il gas russo attraverso il Tap, ndr)».

MOSCA – Il ministro dell'Energia russo, Alexander Novak, ha spiegato che toccherà ai Paesi europei costruire le infrastrutture di collegamento a terra con il gasdotto Turkish stream, che è previsto si fermi al confine fra la Turchia e la Grecia. Intervistato da Reuters Novak ha detto: «Ora la costruzione (dei collegamenti terrestri, ndr) toccherà ai Paesi (europei interessati). Il percorso potrà prendere vie diverse, potranno decidere di passare per l'Italia se vorranno (facendo implicito riferimento all'aperture dell'Ue di far transitare il gas russo attraverso il Tap, ndr). Questa è una questione che non ci riguarda più». Novak ha poi aggiunto che il costo per la realizzazione della porte sottomarina del gasdotto è «comparabile» a quelli previsti nell'abbandonato progetto South stream (17 miliardi di euro).

TURCHIA, NESSUN RITARDO IN NEGOZIAZIONI CON MOSCA - Da parte turca invece il ministro dell'Energia, Taner Yildiz, ha smentito le voci riguardo la volontà del suo Paese di ritardare le negoziazioni con Mosca su Turkish stream (è previsto un accordo per la seconda metà del 2015) al 2017. Yildiz ha spiegato durante la sua visita in Azerbaijan, che la Turchia «sta sviluppando diversi progetti, cooperando con Azerbaijan, Russia e Iraq. Stiamo continuando a portare avanti le negoziazioni con la Russia su Turkish stream. I nostri interessi su questo progetto non sono cambiati». Il ministro ha quindi aggiunto che non esiste nessun conflitto o competizione fra il gasdotto Tanap e il Turkish stream: «La competizione è fuori discussione. Abbiamo bisogno di entrambi». Il rappresentante di Ankara ha concluso sul punto sottolineando che questi gasdotti porteranno al mantenimento della stabilità economica in Turchia e in Europa.

REUTERS, ANKARA VUOLE PRENDERE TEMPO - Nei giorni scorsi Reuters aveva riportato le dichiarazioni anonime di «funzionari del ministero dell'Energia turco», che spiegavano come la volontà russa di chiudere in tempi rapidi l'accordo sarebbe stata disattesa. Secondo i funzionari infatti, la Turchia temerebbe di legarsi troppo alle importazioni di gas dalla Russia e che ogni decisione in merito verrebbe presa dopo le future elezioni nel Paese. Reuters per corroborare questa tesi aveva riportato le dichiarazioni rilasciate a lei dal ministro Yldiz: «Non c'è solo la questione Turkish stream, in ballo c'è l'intero pacchetto delle esigenze energetiche della Turchia. Dobbiamo essere un poco più pazienti». Inoltre l'agenzia stampa aveva citato un «dirigente d'azienda», sempre senza fornirne le generalità, che prevedeva un «ritardo delle trattative almeno al 2017», sottolinenando che il gasdotto dovrà andare incontro a un lungo iter di valutazioni ambientali, specialmente in vista delle elezioni generali di giugno. Un'altro «funzionario pubblico» aggiungeva poi che un altro fattore di disturbo è rappresentato dalle negoziazioni sul prezzo di importazione del gas russo.

L'UNGHERIA PREME PER ESSERE ALTERNATIVA - Intanto altri Paesi si stanno attivando per essere alternativi alla «via italiana» per collegare i gasdotti che attraversano la Turchia con il Vecchio continente, attraverso Tap. Il presidente dell'Ungheria, János Áder, ha fatto pressioni al premier turco, Ahmet Davutoglu, per finanziare il prima possibile il progetto di gasdotto che vuole collegare Atene con Budapest, passando dalla Macedonia e dalla Serbia. Áder ha sottolineato che la Commissione europea starebbe valutando proposte alternative a Turkish stream.