19 aprile 2024
Aggiornato 15:00
I produttori agricoli bocciano la depenalizzazione dei reati minori

Coldiretti: se il governo voleva incentivare la contraffazione, lo sta già facendo

Oggi la commissione Giustizia della Camera licenzierà il decreto legislativo che definisce la non punibilità di circa centoventi reati con pena fino a cinque anni. Tra questi verrà depenalizzato il reato di contraffazione. Per Coldiretti ciò comporterebbe un duro colpo per il Made in Italy.

ROMA - «La depenalizzazione ha già ampiamente falcidiato i reati in materia alimentare», afferma – in un'intervista rilasciata a DiariodelWeb.it –, Stefano Masini, Responsabile dell’Area Ambiente e Territorio presso la Confederazione Nazionale Coldiretti, rispondendo ad una domanda sulla depenalizzazione del reato di contraffazione in ambito agroalimentare. E continua: «Tant'è vero che noi oggi – a parte le norme del codice penale – a tutela della salute e degli scambi, abbiamo soltanto una legge del 1962, la numero 283, che contiene una norma, l'articolo 5, che stabilisce diverse misure sanzionatorie per comportamenti diretti a frode e contraffazione alimentare, quindi un ambito molto limitato di previsioni».

OLTRAGGIO AL MADE IN ITALY - La Coldiretti si dice fortemente contrariata dal decreto legislativo che farebbe della contraffazione un reato minore. «Un ulteriore intervento significherebbe – spiega Masini – ridurre l'efficacia e la deterrenza di ciò che residua nell'ordinamento per presidiare questi interessi. Rispetto al moltiplicarsi di fattispecie di criminalità nel settore agroalimentare, considerando appunto la convenienza a realizzare comportamenti illeciti, alla facilità tecnologica di organizzarli, la mancanza di un quadro di regole sanzionatorie potrebbe costituire un ulteriore incentivo. È chiaro che occorre rivedere il sistema complessivo delle regole».

RIVEDERE LE LEGGI - Secondo le parole del responsabile dell'Area Ambiente e Territorio di Coldiretti, quindi, la legislatura in materia di contraffazione alimentare andrebbe rivista: «Noi lo abbiamo chiesto ad Orlando che ha risposto valutando favorevolmente di costituire una commissione per la riforma, che in modo più complessivo sia anche capace di aggiungere attenzione ad esempio alle misure interdittive, alla sanzioni, perché si tratta di comportamenti economici che richiedono una forte limitazione delle prerogative professionali, anche in relazione alla ripetizione di queste fattispecie da parte di soggetti che sono organizzate in forma giuridica. Quindi – spiega ancora Masini – il tema della responsabilità degli enti e del rafforzamento degli strumenti di sanzione ha la sua importanza».

TREMA IL MADE IN ITALY - Oggi la commissione Giustizia della Camera licenzierà il decreto legislativo che definisce la non punibilità di circa centoventi reati con pena fino a cinque anni. Come spiega Il Sole 24 Ore, in pratica ci sarà l'archiviazione o l'assoluzione per 112 reati nell'eventualità di «particolare tenuità del fatto». Ciò vuol dire che se il reato sarà giudicato non grave o commesso occasionalmente, si procederà con l'archiviazione. Sarà a discrezione del giudice deciderlo. Trema il Made in Italy che vede sempre più minacciata la salvaguardia dei prodotti dalla depenalizzazione del reato di contraffazione. Claudio Bergonzi, segretario generale di Indicam, in una dichiarazione a Il Sole 24 Ore, ha affermato che «includere tra i fascicoli di archiviabili anche i reati di contraffazione, commercio di falsi, ma anche la falsificazione delle Igp e delle denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari è un segnale contraddittorio e sbagliato, in un Paese che è tra i maggiori produttori e mercati di approdo dei prodotti falsi. Mentre in Europa siamo capofila di battaglie e progetti di legge a tutela delle certificazioni di origine e delle etichettature».

L'ERRORE DELLA DEPENALIZZAZIONE - Il presidente del Centro Studi Anticontraffazione, Daniela Mainini, boccia in toto la legge al vaglio della Camera e afferma:«Considerare la contraffazione un reato minore è già in sé un errore. Inoltre, sul lato pratico, rischia di essere difficile contestare, ad esempio, l'abitualità a società criminali che nascono e risorgono con nomi diversi e per le quali la sola sanzione amministrativa ci preoccupa». A dare man forte alla Mainini è Cesare Galli, Professore ordinario di Diritto industriale all'Università di Parma, solleva il problema della magistratura, cui spetterebbe la decisione di archiviazione dei singoli casi di reato: «La discrezionalità del Pm è poi difficile in un Paese dove la magistratura non è specializzata. Servirebbe una procura Anticontraffazione».

LA GIUSTIFICAZIONE DEL GOVERNO - Il relatore dello schema di decreto legislativo in commissione Giustizia alla Camera, David Ermini, smorza gli animi alterati dei difensori del Made in Italy e afferma che non è esatto parlare di depenalizzazione: «Non è affatto una depenalizzazione, ma si esclude la punibilità quando il reato è particolarmente tenue e non è comportamento abituale. Scopo: deflazionare i fascicoli di piccola entità», spiega l'esponente del Governo. E continua, ancora, Ermini: «Riteniamo che il giudice debba archiviare nei casi di irrilevanza economica del fatto, di irrilevanza sostanziale e che ci sia piena punibilità se in presenza di aggravanti. Inoltre, la commissione Giustizia – spiega il relatore – raccomanda anche che l'avviso di archiviazione da parte del Pm sia inviato alla parte offesa, affinché possa opporsi, e alla Procura generale, perché possa intervenire nel caso l'archiviazione sia ritenuta impropria».