29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
La crisi italiana | Lavoro

Garanzia giovani non è arrivata neanche al 10% dei «Neet»

L'allarme del Segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino: «Sono fuori dal mercato del lavoro 3 milioni e 153 mila persone, a cui vanno sommati gli inattivi, mentre la cassa integrazione in deroga sta andando ad esaurirsi e i periodi di ordinaria e straordinaria coprono un bacino di mezzo milione di lavoratori da molti anni».

ROMA - «I dati Istat ci danno un'indicazione precisa, cioè che non c'è ripresa occupazionale se il tasso della disoccupazione giovanile sale al record di 43,7%». E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino.

«Le energie che dovrebbero rinnovare il mondo del lavoro non hanno accesso e, sebbene il tasso di occupazione femminile sia in leggera ripresa, bisogna analizzare il dato complessivo», prosegue la sindacalista. Nel merito, osserva la dirigente sindacale, «sono fuori dal mercato del lavoro 3 milioni e 153 mila persone, a cui vanno sommati gli inattivi, mentre la cassa integrazione in deroga sta andando ad esaurirsi e i periodi di ordinaria e straordinaria coprono un bacino di mezzo milione di lavoratori da molti anni. Se non c'è una ripresa consistente dell'occupazione dei giovani e dei lavoratori over 50 la pressione sociale sarà molto alta nei prossimi anni, così come se non si riformano gli ammortizzatori aumenteranno i licenziamenti».

Inoltre, prosegue Sorrentino, «bene investire nelle politiche attive, ma bisogna registrare un dato non entusiasmante della garanzia giovani che ad oggi non è arrivata neanche al 10% della platea dei Neet. Così come va registrato che i dati delle comunicazioni obbligatorie continuano a segnalare che su 2.371.540 milioni di rapporti di lavoro attivati nel primo trimestre del 2014 ben 1.897.048 sono contratti a termine (1.583.550) o precari e di questi 804.969 sono durati meno di un mese (331.666 solo 1 giorno). I numeri sono importanti per valutare gli effetti delle politiche e del ciclo economico e questi purtroppo ci dicono che il mercato del lavoro esclude ancora una quota considerevole di persone mentre chi vi transita lo fa per poco tempo e in modo precario».

Per il segretario nazionale della Cgil «fino ad adesso il governo Renzi si è mosso aumentando l'indice di precarizzazione dei rapporti di lavoro con la legge 78 su contratti a termine e apprendistato e senza risposte, né inclusive né di intervento strategico, per la ripresa dell'occupazione. Per questo - continua Sorrentino - insistiamo: il Governo ha il dovere di presentare un vero Piano del Lavoro in cui i numeri e le slides dicano, a fronte di quali investimenti e su quali settori, si crea nuova e buona occupazione. Altrimenti siamo in continuità con le politiche dell'ultimo ventennio in cui chi paga il prezzo delle scelte sbagliate è sempre il lavoro».

La Cgil, ricorda la sindacalista, «ha presentato il suo 'Piano del Lavoro': il governo ci dica se lo condivide ed è disposto ad attuarlo o se c'è una proposta alternativa. Lo stesso Jobs Act doveva essere un piano di investimenti accompagnato alla riduzione della precarietà ma, da quello che leggiamo non ci sono piani di investimento. Al contrario si moltiplicano le crisi industriali e di settore che non hanno risposte, così come, a dispetto della propaganda, anche l'idea di cancellare le oltre 40 tipologie di contratti precari con l'introduzione del contratto a tutele crescenti è scomparsa dall'orizzonte. Da giovane oltre che da sindacalista - conclude Sorrentino - mi aspettavo più coraggio dal governo Renzi sul lavoro che continua invece sulla strada fallimentare di sottrarre diritti a chi ce li ha senza darne a chi ne è privo».