28 settembre 2023
Aggiornato 01:30
La mozione della deputata Pd Monica Gregori

Garanzia giovani? Si può fare di più

L'ennesimo flop. Ad alcuni mesi dalla sua introduzione, Garanzia giovani ha deluso tutte le aspettative: pochi i giovani iscritti, pochissimi quelli ricontattati dopo il primo colloquio. Per la deputata Pd Monica Gregori, il Governo dovrà promuovere maggiore omogeneità tra le Regioni, incoraggiare la partecipazione dei privati e rilanciare l'utilizzo di strumenti finanziari adeguati

ROMA - Non se ne parla molto; eppure, sarebbe dovuto essere uno strumento quasi rivoluzionario, fiore all'occhiello di questo esecutivo, per rilanciare l'occupazione tra i giovani. Evidentemente, qualcosa non ha funzionato: Garanzia giovani, il portale del Ministero del lavoro aperto ai giovani dai 15 ai 29 anni in cerca di un impiego, ha registrato pochi iscritti e pochissimi casi di vero e proprio successo. Di tale problematica si è occupata la deputata PD Monica Gregori, presentando una mozione alla Camera lo scorso venerdì.

GARANZIA GIOVANI? UN FLOP - In effetti, a giudicare dai dati resi noti dalla Repubblica degli Stagisti e dall'associazione Adapt lo scorso dicembre, solo il 15,5% dei giovani che ha sostenuto il primo colloquio grazie al piano Garanzia giovani è stato ricontattato in seguito dagli addetti dei centri dell’impiego per procedere nella selezione. Il restante 85% rimane invece bloccato, in attesa di essere richiamato per una qualche proposta concreta, dopo aver sottoscritto il patto di servizio. Secondo la parlamentare Pd, «vi è la necessità di elaborare politiche bottom up che partano dall'applicazione concreta del principio di sussidiarietà per coinvolgere soprattutto le nuove generazioni alla elaborazione degli interventi a loro destinati»: in particolare, «l'orizzontalità nell'applicazione dell'intervento pubblico in materia di ripresa occupazionale è elemento fondamentale sottolineato più volte dagli organismi internazionali ed europei. Questo significa», spiega l'Onorevole Gregori «che i driver della crescita possono essere efficaci solo se, da un lato tutte le autorità pubbliche coinvolte li applicano in maniera omogenea e, dall'altro, vi è la necessità di elaborare interventi legislativi multidisciplinari sulla ricerca, sull'innovazione, sull'impresa e sulla certezza e rapidità del diritto».

SOLO IL 20% DEGLI AVENTI DIRITTO E' RICORSO AL PORTALE - Elementi che, evidentemente, nel caso di Garanzia giovani non devono aver funzionato: «secondo l'ultimo rapporto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali disponibile per il 2014, il numero degli utenti complessivamente registrati alla Garanzia giovani ha raggiunto 355 mila unità, un dato che rappresenta il 20,6 per cento del bacino potenziale costituito dal milione e 723 mila giovani Neet, stando ai dati dell'Istat. Lo stesso rapporto conferma, come sia cresciuta progressivamente la quota femminile, raggiungendo il 54,8 per cento tra gli utenti registrati in età superiore ai 25 anni. In termini di provenienza geografica, i dati mostrano come la maggior parte dei giovani aderenti al progetto provengono dal Sud, Campania con 50.705 unità, Sicilia 47.832 unità e nel Lazio". A fronte dei dati non proprio brillanti, la deputata Pd ritiene necessario «migliorare lo strumento sotto una serie di aspetti, anche alla luce delle prossime scadenze europee, che vedono sia il varo del piano di investimenti anticiclico proposto dal presidente della commissione Juncker, sia la rinegoziazione dello stesso piano della Garanzia giovani, riducendo l'eterogeneità delle proposte a livello regionale che certamente non ha aiutato i giovani nel loro percorso di attivazione della Garanzia giovani».Inoltre, "sembra altrettanto opportuno migliorare la piattaforma della Garanzia giovani rafforzando il dialogo tra pubblico e privato, in particolare armonizzando il ricorso al settore privato su tutto il territorio nazionale, incentivando la partecipazione diretta dei soggetti imprenditoriali mediante vacancies, incrementando l'interazione tra le varie banche dati a livello regionale e l'utilizzo delle tecnologie della comunicazione».​

URGONO SERI MIGLIORAMENTI - Insomma, i primi due interventi da portare a termine, per l'Onorevole Gregori, riguardano la promozione di una maggiore omogeneità delle proposte occupazionali a livello regionale, e una maggiore partecipazione diretta del settore privato e dei soggetti imprenditoriali, che possa appoggiarsi su banche dati efficienti e sul corretto utilizzo degli strumenti di comunicazione: in più, da eliminare lo sbilanciamento a vantaggio di alcuni settori, «come la formazione o il servizio civile, che sono oggetto di interventi pubblici relativi ad altri capitoli di spesa». Pertanto, la deputata Pd chiede al Governo di «rafforzare il coinvolgimento delle università, delle scuole primarie e secondarie, con particolare attenzione a quelle professionali, attivando specifici protocolli d'intesa che impegnino queste istituzioni ad un maggior ruolo all'interno della Garanzia giovani»; di «assumere, mediante ogni iniziativa di competenza una maggiore omogeneizzazione del programma della Garanzia giovani migliorando altresì gli strumenti di coordinamento»; di «valutare l'opportunità di elaborare iniziative per mantenere l'equilibrio degli interventi a vantaggio dei settori prevalentemente occupazionali della Garanzia giovani rispetto a quelli per la formazione, su tutto il territorio nazionale; di «assumere ogni iniziativa di competenza per rafforzare il monitoraggio dell'attività dei centri per l'impiego e metterli a disposizione in un'ottica di trasparenza ed efficienza»; di «avviare iniziative di maggiore pubblicità e comunicazione sia nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, nelle università, sia attraverso la rete, i social network e i vari luoghi di aggregazione dell'universo giovanile»; di «rilanciare, all'interno della partecipazione italiana nelle istituzioni comunitarie, in particolare all'interno della Commissione, del Parlamento europeo e del Consiglio EPSCO, l'utilizzo di strumenti finanziari destinati esclusivamente al finanziamento della Garanzia giovani». Nella speranza che, a fronte di questi primi mesi davvero deludenti, il programma possa ripartire e coronare le attese dei tanti, troppi giovani italiani attualmente senza lavoro e senza speranze.