Dopo la morte di Giovanni Lo Porto
Il portavoce di Obama fa un passo indietro. Se fino a ieri era convinto che il presidente Usa e Matteo Renzi, durante il loro incontro alla Casa Bianca della scorsa settimana, non avessero parlato di Lo Porto; oggi, invece, a un giornalista ha risposto: «Non so».
Dopo la morte di Giovanni Lo Porto
Islamabad presenta le proprie condoglianze a famiglia cooperante italiano. Il Pakistan si è detto scioccato e dispiaciuto per l'incidente che ha provocato la morte di due ostaggi, e ha ribadito la pericolosità dell'uso dei droni. Strategia che sarebbe, a suo avviso, anche una violazione della sovranità nazionale.
Usa ammette la fallibilità della sua intelligence
Per anni, i consiglieri del presidente Barack Obama hanno detto che errori così non sarebbero mai avvenuti. Ora, dopo la morte di due ostaggi occidentali, l'amministrazione statunitense è consapevole della necessità di modificare il protocollo e di mettere in discussione la stessa strategia basata sull'uso dei droni.
Sulla morte di Giovanni Lo Porto
Il Ministro degli Esteri Gentiloni chiarisce le dinamiche in cui è giunta in Italia la notizia della morte di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano rapito in Pakistan nel 2012 e rimasto ucciso in un raid Usa. E garantisce che le verifiche statunitensi sono durate 3 mesi, e da Obama c'è stata la massima trasparenza.
L'area di guerra non consentiva l'accesso rapido al compound bombardato
"L'informazione" della morte del cooperante italiano Giovanni Lo Porto in un raid di un drone Usa in Pakistan, a metà gennaio 2015, "è stata fornita al nostro governo e all'opinione pubblica americana appena finalizzate le verifiche Usa, che si sarebbero protratte per tre mesi".
I due sono dipendenti della ong tedesca Welthungerhilfe
Nessuno rivendica il rapimento. Multan nota per reclutare estremisti. La Farnesina ha confermato ieri sera il rapimento di Lo Porto, chiedendo poi assoluto riserbo sul dossier
L'annuncio della polizia pachistana
Le autorità di Multan confermano il rapimento. Poco dopo le 19 di ieri, almeno tre uomini armati hanno fatto irruzione negli uffici dell'Ong, costringendo i due operatori umanitari a seguirli. Farnesina: Massimo riserbo
La conferma della Farnesina
Non appena ricevuta la prima indicazione di quanto accaduto, l'Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha immediatamente attivato tutti i canali utili per seguire da vicino la vicenda e promuoverne la positiva soluzione