Milan: la linea nera che andrà tirata
Il disastro stagionale certificherà un fallimento epocale e gli epurati non saranno pochi in casa rossonera
MILANO - La sconfitta di Roma mette una pietra tombale sulla stagione 2019-2020, fallita miseramente da un Milan disarmante, capace di cambiare allenatore dopo appena 7 giornate e di non invertire una rotta sempre più cupa, china e vicina al disastro più totale. Le speranze di quarto posto (semmai ce ne sono state) non esistono più, anche perchè Lazio, Roma, Atalanta e perfino Cagliari stanno imprimendo un ritmo che i poveri diavoli rossoneri (10 punti in 9 partite) non sognano neanche.
Pecche
Contro una Roma rattoppata, falcidiata da infortuni e squalifiche ma combattiva, ordinata e in grado di schierare calciatori di personalità come Kolarov e Dzeko che il Milan ha scelto di non avere (complimenti, sir Gazidis), la formazione di Pioli ha palesato i soliti limiti caratteriali ed una serie di errori singoli che difficilmente si vedono perfino nelle serie inferiori. A parte Donnarumma, che come al solito ha limitato il passivo, e il rapido e potente Theo Hernandez, nel Milan non si è salvato praticamente nessuno, alla faccia della lungimirante dirigenza che continua a ripetere (sa Dio perchè) che la rosa è migliore di quella che lo scorso anno ha sfiorato il quarto posto.
Futuro
Ed ora che si fa? L'annata in corso è ormai da buttare, la speranza è non sentire il fastidioso e pesante ritornello «c'è ancora tempo per recuperare». Sì, il tempo c'è, ma c'è anche per far peggio e questo Milan, francamente, dà più l'impressione di regredire che di crescere. L'Europa è una chimera, a giugno ci saranno forse partenze eccellenti (obbligate dal Fair Play Finanziario e da una qualificazione in Coppa dei Campioni che manca e continua a mancare), ma tante dovranno essere le teste a cadere, altro che rosa migliorata.
Epurati
La lista è lunghissima e parte da tre dei quattro terzini in organico: tolto Hernandez, infatti, Rodriguez è un timido, mai realmente convincente, Calabria e Conti sono due sciagure che neanche il peggiore dei nemici milanisti avrebbe saputo consigliare ai rossoneri. Si prosegue poi con un Biglia ormai spento, per passare ad un Suso che è sempre più irritante, sempre più fastidioso e sempre più inutile in campo; la presenza dello spagnolo costringe Pioli a schierare un 4-3-3 prevedibile, senza lasciare al tecnico la possibilità di sperimentare, ad esempio, la coppia Leao-Piatek assieme, per l'obbligo di lasciare in campo un Suso inviso dal 99% dei tifosi, a zero reti in campionato, senza assist, spunti, grinta e carisma. Se Boban e Maldini avranno ancora il miracoloso compito di provare a rialzare il Milan, la matita blu da utilizzare dovrà depennare tanti, tantissimi nomi.
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