Milan: Gazidis colpo Champions, con un punto interrogativo
Il manager sudamericano, ufficialmente ad rossonero dal 1 dicembre, porta in dote un decennio all’Arsenal ricco di ottimi risultati finanziari, molto meno dal punto di vista sportivo.

MILANO - Sono stati due mesi intensi, i primi del nuovo Milan americano di Elliott: attività frenetiche tra campo, mercato, rapporti con l’Uefa e mille pratiche incombenti lasciate in sospeso dalla precedente proprietà cinese. E ora, finalmente, l’ultima poltrona lasciata libera che trova un proprietario. Un legittimo e degnissimo proprietario, Ivan Gazidis.
Delle sue infinite capacità manageriali abbiamo già scritto e letto di tutto, figlio di un notissimo avvocato anti-apartheid, è cresciuto tra Johannesburg, l’Inghilterra e gli Stati Uniti. Proprio in terra americana si è reso protagonista del lancio in grande stile del soccer e dell’attuale MLS di cui è stato uno dei fondatori.
Top manager
Poi l’avventura all’Arsenal, dove ad una straordinaria crescita del club londinese dal punto di vista dei ricavi commerciali (secondo il rapporto Deloitte Football Money League 2018, l’Arsenal è attualmente al sesto posto per fatturato tra i club europei, dietro i colossi United, Real, Barcellona, Bayern e Manchester City, ma davanti a Paris Saint Germain, Chelsea e Juventus) non abbiamo ammirato un’adeguata corrispondenza di risultati anche dal punto di vista tecnico.
Il test Arsenal
Se andiamo ad analizzare i risultati dei Gunners nell’ultimo decennio, quello durante il quale Gazidis ha avuto le redini del club per quanto riguarda le questioni economiche e finanziarie, il quadro che emerge è a dir poco sconsolante. Mai oltre gli ottavi in Champions League, da cui peraltro manca da due anni, e al massimo una semifinale di Europa League conquistata la passata stagione (peraltro ai danni del Milan scippato a Londra negli ottavi). Per quanto riguarda l’andamento in Premier League dell’Arsenal, non è che poi sia andata tanto meglio: nell’ultimo triennio una sconfortante escalation al contrario (7°, 6° e 5° posto), quindi un secondo posto nel 2016, 3 volte al terzo posto e 3 volte al quarto posto. Come dire, non proprio un ruolino esaltante.
Rapporto decisivo
Paradossalmente è proprio questo dato che amplifica i meriti di Gazidis come direttore esecutivo: se con una squadra non certo in cima al mondo i ricavi sono da top club, vuol dire che la parte commerciale ha funzionato decisamente meglio di quella sportiva. La questione si potrebbe tranquillamente ribaltare sull’operato di Arsene Wenger, deus ex machina dell’Arsenal negli ultimi 22 anni. Si narra che il rapporto tra i due non fosse proprio idilliaco e che nel recente passato alcune decisione del manager alsaziano non siano state condivise con il nuovo ad del Milan.
Chiacchiere, ai tifosi rossoneri però premono i fatti e i fatti oggi come oggi impongono una riflessione: perchè tutto funzioni alla perfezione in via Aldo Rossi e perchè il Milan possa tornare a fare la voce grossa in Europa non solo in ambito finanziario ma anche sul campo, occorre che i vertici commerciali del club, per l’appunto Gazidis, filino d’amore e d’accordo con i vertici sportivi, nella fattispecie Leonardo, Maldini e Gattuso. Dal rapporto tra questi quattro personaggi, mediato dal sapiente equilibrio del presidente Scaroni, nascerà il futuro del Milan.
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