Milan, l’ultima mossa disperata: Yonghong Li sfida Elliott
Il tempo per il giocatore d’azzardo a capo del Milan potrebbe essere scaduto, ma mister Li ha in serbo un’ultima mossa disperata per affrontare Elliott. Basterà?
MILANO - Non è solo giorno di raduno per il Milan di Gennaro Gattuso. Nella giornata di oggi sapremo se Yonghong Li sarà riuscito a strappare un precontratto al misterioso Mister X che potrebbe affiancarlo nella gestione del Milan e contestualmente se Elliott sarà disposto a prendere in considerazione l’offerta in questione. La situazione è sempre più ingarbugliata, inutile girarci attorno. E soprattutto in questa scombiccherata vicenda societaria dell’Ac Milan c’è qualcosa non quadra. Più di qualcosa. Nella giornata di venerdì abbiamo assistito all’ultima puntata - per ora - di questo psicodramma a tinte rossonere che ha visto tutti i tifosi milanisti con l’orologio sotto il naso ad aspettare la mezzanotte e la fatidica deadline per la restituzione dei 32 milioni di euro da Yonghong Li a Elliott. Anche stavolta, come nel precedente appuntamento di due settimane fa, il proprietario del Milan non ha rispettato la scadenza del pagamento, costringendo il fondo americano ad anticipare la somma per quel famoso aumento di capitale.
Ecco Rybolovlev
Oggi lo scenario più logico da ipotizzare è uno stravolgimento societario in tempi strettissimi. C’è chi è pronto a giurare che la Project RedBlack, il veicolo di controllo di Elliott, già da mezzanotte e un minuto di sabato abbia avviato la procedura per l’escussione del pegno nei confronti di Yonghong Li dopo la certificata rottura del covenant in questione. Ma c’è anche chi ha tirato in ballo logiche di fusi orari differenti, di banche asiatiche chiuse prima e di possibile arrivo dei famigerati 32 milioni sui conti di Elliott nella giornata di lunedì. O ancora - ipotesi venuta fuori nelle ultime ore - un accordo con un nuovo imprenditore, si parla del magnate russo e proprietario del Monaco Dmitrij Rybolovlev, che da qui alle prossime ore dovrebbe apporre una firma ad un precontratto di acquisto del pacchetto di maggioranza del Milan e soprattutto mettere subito 415 milioni di euro sul piatto per consentire all'ancora per poco proprietario del Milan di saldare il suo debito con Elliott.
La risposta di Elliott
Con la conseguente domanda: sarà disposto Paul Singer ad accettare quanto dovuto anche in leggera differita rispetto ai tempi previsti? E se la risposta dell’hedge fund americano fosse un robusto e fragoroso no sbattuto in faccia a mister «gambler» Li, cosa sarà del povero vecchio Milan, sballottato qua e là da una mano cinese ad un’altra americana, nemmeno si trattasse di un oggetto di modernariato da collezionare?
E qui la questione si fa più complessa, perchè in caso di escussione - il termine più usato dai tributaristi e dai tifosi rossoneri - del pegno e quindi di passaggio del club di via Aldo Rossi nelle mani di Elliott, sarebbe interessante capire quali potrebbero essere i piani di Singer, almeno nel breve-medio periodo (investimenti per tenere alto il valore della rosa oppure dismissione), visto che nel lungo periodo è logico attenderci una cessione del Milan ad un nuovo proprietario.
La sensazione è che si sia molto lontani dal mettere la parola fine allo psicodramma Milan e, qualora Yonghong Li decidesse decidesse di aprire un contenzioso con Elliott, non è escluso un doloroso fuori programma nelle aule di un tribunale.