Milan: spunta un curioso retroscena sulla sentenza Uefa
Svelata una nuova possibile ragione della bocciatura del Milan da parte dell’Adjudicatory Chamber dell’Uefa.
MILANO - Sono giorni delicati in via Aldo Rossi. Nella sede del Milan al Portello si lavora alacremente su più fronti in attesa che si faccia luce sulla questione attualmente più delicata, quella del possibile passaggio di mano del club da Yonghong Li ad un nuovo proprietario. Non che altre questioni sul tavolo dei dirigenti rossoneri siano di minore importanza, dal mercato ancora disperatamente bloccato alla complicata situazione legata alla sentenza Uefa che ha comminato al Milan una pesante squalifica di un anno fuori dall’Europa.
L’amministratore delegato Marco Fassone ha già annunciato il ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, ma intanto emergono alcuni curiosi dettagli su quanto avvenuto lo scorso 19 giugno, quando il Milan si è presentato a Nyon davanti all’Adjudicatory Chamber dell’Uefa.
Colpa di Elliott
Secondo quanto riferisce Tuttosport oggi in edicola, il club rossonero aveva chiesto alla Commissione preposta la presenza di due rappresentanti di Elliott all’udienza.
Richiesta accettata dal Board. Peccato che poi, sempre stando a quanto riportato dal quotidiano torinese, siano stati proprio i due rappresentanti dell’hedge fund americano a non presentarsi a Nyon, avvalorando dubbi e perplessità sulla reale affidabilità del Milan, ma soprattutto del suo amministratore delegato Marco Fassone, a questo punto definitivamente delegittimato agli occhi dell’Uefa.
Resta da capire il perchè di un atteggiamento così autolesionista - visto che a breve il Milan potrebbe diventare proprio di Elliott - da parte del fondo di Paul Singer. Solo uno dei mille misteri di tutta questa sconcertante vicenda.
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