Uefa-Milan, ecco perchè un anno senza coppe non basta
È attesa per oggi la sentenza dell’Uefa nei confronti del Milan. Si teme il peggio, quindi una squalifica di due anni senza Europa, e dietro questa decisione dell’Uefa si cela una strategia ben precisa

MILANO - Ormai è solo questione di ore, poi sapremo. E non sarà una piacevole sorpresa. La sensazione sempre più diffusa è che la squalifica imposta dall’Uefa al Milan non sarà solo una batosta, ma una mazzata epocale memorabile, artatamente messa in piedi per restare nella storia. Quindi non solo un anno fuori dalle coppe, più magari una multa e qualche condizione di rientro sparsa qua e là, che già rappresenterebbe una sanzione totalmente al di fuori di quelli che sono stati i parametri di Nyon finora; ma una maxi squalifica di due anni a punire soprattutto l’oltraggio pianificato da Fassone, e già ampiamente divulgato con tanto di dichiarazioni pubbliche, di ricorso immediato al Tas di Losanna per ribaltare il verdetto dell’Adjudicatory Chambers dell’Uefa.
Uno smacco che i vertici del calcio europeo vogliono a tutti i costi evitare. Ed ecco quindi l’escamotage, due anni di squalifica, in modo tale che se anche il Tas di Losanna dovesse dar ragione al Milan e limasse - difficile ipotizzare una cancellazione totale - la pena inflitta da Nyon, il club di via Aldo Rossi comunque resterebbe fuori dall’Europa per un anno.
L’unica speranza
A meno che, ed è qui che la dirigenza rossonera si gioca tutta le sue carte, non arrivassero in tempi brevi, ma davvero molto brevi, fondamentali aggiornamenti sulla questione societarie. Quindi un’eventuale squalifica anche biennale inflitta dall’Uefa al Milan potrebbe essere ribaltata dal Tas di Losanna solo in presenza di nuove prove che in occasione del processo a Nyon non potevano essere presentate. Per capirci, se Fassone dovesse arrivare a Losanna sottobraccio a Mr. X, che sia Comisso o Ricketts o chiunque altro, le cose cambierebbero radicalmente. L'era del misterioso Yonghong Li potrebbe dirsi conclusa, Milan a quel punto avrebbe una proprietà del tutto nuova, finalmente riconoscibile e con una solidità patrimoniale finalmente rassicurante, per giunta con il debito completamente estinto nei confronti del fondo americano Elliott. Ed ecco che come per magia i presupposti di una sentenza dura non avrebbero più ragione di esistere e la fedina penale del Milan potrebbe essere macchiata al massimo con una multa e con qualche limitazione soft sul mercato.
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