Ritorno al futuro: il Milan indietro di mezzo secolo
Fassone e Mirabelli, sempre più incapaci di trovare una soluzione alla drammatica situazione attuale del Milan, fanno come Michael J. Fox in Ritorno al Futuro.

MILANO - Avete presente la macchina infernale su cui sale Marty McFly (alias) Michael J. Fox in «Ritorno al Futuro» quando si ritrova proiettato 30 anni indietro nel tempo? Ebbene, ne devono avere inventata una simile a Milanello perchè quello che sta per andare in scena (anzi, è attualmente in corso visto che i calciatori del Milan sono già arrivati alla spicciolata) è proprio qualcosa del genere. La decisione voluta da Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli è qualcosa di totalmente anacronistico e riporta indietro il Milan agli anni ’70 e ‘80, quando il ritiro - specie quello punitivo - rappresentava la soluzione ideale per risolvere i problemi in seno ad una squadra.
I tempi di Gaucci
Pensate ad esempio a Gaucci, il quale affidata ai suoi più fidati collaboratori la scelta di alberghi sperduti, possibilmente in mezzo alla neve, dove rinchiudere i proprio calciatori per impedir loro qualsiasi contatto con il mondo esterno. Altri tempi, altri mondi, altre realtà. Il fatto che la nuova dirigenza rossonera abbia scelto di ricorrere ad un ritiro «fino a data da destinarsi» è paradigmatico di uno stato confusionale che deve aver paralizzato le menti di tutti dalle parti di via Aldo Rossi. Perchè l’ad Fassone in primis, subito seguito dal ds Mirabelli e dal neo allenatore Gattuso, si sono trovati subito d’accordo nel dare vita a questo revival imbarazzante che espone ancor di più un club ricco di storia come il Milan al pubblico ludibrio.
La nota del club
La reazione dell’intero mondo del calcio infatti è di assoluto sconcerto. Una cosa del genere a Milanello non si vedeva da decenni, tranne una piccola ed infausta parentesi un paio d’anni or sono con Sinisa Mihajlovic alla guida (e abbiamo visto come sia terminata la sua avventura in rossonero). Oggi a dimostrazione di quanto Fassone e Mirabelli brancolino nel buio, ecco la decisione del ritiro: «Il Milan deve lottare e deve ripartire il più presto possibile - si legge in una nota apparsa sul sito del club - Ieri a Casa Milan, la società e il tecnico hanno lavorato duro per programmare il lavoro durante i giorni di ritiro e per fare le analisi utili ad uscire dal momento difficile. Tutte le componenti del club sono stimolate e impegnate su questo fronte, per far sì che la scelta condivisa del ritiro venga vissuta in maniera utile, matura e costruttiva».
Magari bastasse il ritiro. Quello che invece servirebbe come il pane al Milan è una dirigenza consapevole, competente ed esperta. Tutto il contrario di quella che sta portando il glorioso club sull’orlo del baratro, in una mortificante riedizione del programma «Dilettanti allo sbaraglio».
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