13 febbraio 2025
Aggiornato 17:00
Calcio | Nazionale

Milan, addio Montella: la rinascita rossonera nelle mani di Gattuso

L’esonero del tecnico campano è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Si pensava che almeno fino al termine dell’anno Montella potesse stare tranquillo, invece ecco la notizia che ha squarciato la serenità di Milanello. Adesso sulla panchina del Milan è stato promosso Gattuso, a cui si chiederà di restituire dignità e coraggio ad una squadra spesso spenta.

Vincenzo Montella ha smesso di ridere
Vincenzo Montella ha smesso di ridere Foto: ANSA

MILANO - «AC Milan comunica l’esonero del Signor Vincenzo Montella dall’incarico di allenatore della Prima Squadra. Al Signor Montella vanno i più sentiti ringraziamenti per l’attività fin qui svolta con il suo staff per l’impegno, la serietà, la correttezza professionale. La conduzione tecnica della Squadra è affidata al Signor Gennaro Gattuso, che lascia il suo incarico di allenatore della Primavera, e al quale AC Milan rivolge i più calorosi auguri di buon lavoro. Domani la Conferenza Stampa di presentazione presso la sede di allenamento di AC Milan a Milanello».
Con questa breve nota si conclude l’esperienza in rossonero di Vincenzo Montella, il tecnico che ha riportato un trofeo a Casa Milan, quella Supercoppa Italiana vinta a Doha contro la Juventus che rappresenta indubbiamente il momento più alto di un breve e burrascoso matrimonio.

Sprofondo rossonero
Cosa non ha funzionato è tutto nei numeri che certificano un fallimento di proporzioni troppo evidenti per non essere prese seriamente in considerazione dalla nuova dirigenza. Basti pensare che il Milan, totalmente rinnovato grazie ad un mercato da 230 milioni di euro in estate, viaggia con 9 punti in meno rispetto alla scorsa stagione, quando i rossoneri volavano sulle ali dell’entusiasmo liberi da pressioni europee e da obblighi di vittoria a tutti i costi. E poi c’è il problema del gol, sempre più assillante: l’ultimo gol segnato in campionato dal Milan è di Franck Kessiè, al 61’ di Milan-Spal, su rigore. Era il 20 settembre. Da allora il buio più totale. Come si dice in certi casi, quando è troppo è troppo.

I dubbi della vigilia
Di certo Vincenzo Montella non ha risposto alle grosse aspettative che si erano accumulate sul suo conto. Ad inizio stagione, proprio dalle pagine del diariodelweb.it, avevamo sottolineato tutte le nostre perplessità, perchè ad un’autentica rivoluzione tecnica sul fronte dei calciatori, non aveva corrisposto quella in panchina. Una scelta tanto azzardata quanto nefasta, innanzitutto perchè anche a Milanello deve essersi fatta largo la convinzione che Montella non fosse l’allenatore della nuova proprietà; e poi perchè il tecnico di Pomigliano D’Arco ha confermato tutti i limiti evidenziati fin qui nel corso della sua ancor breve carriera, senza purtroppo aver dimostrato di essere pronto a quel salto di qualità necessario per guidare una squadra dalle ambizioni importanti.

Inadeguato
Nella storia del calcio ne abbiamo visti tanti di allenatori bravi fin quando si trattava di guidare squadre da media classifica e poi perdersi all’appuntamento della vita con una big. Non ultimo il fenomenale Gasperini, osannato al Genoa e adesso all’Atalanta, ma rivelatosi inadeguato quando l’Inter lo ha chiamato a guidare i nerazzurri. 
Vincenzo Montella ha fatto benino al Catania, bene alla Fiorentina, male alla Sampdoria, ancora benino al Milan l’anno scorso, quando la squadra viaggiava libera da pressioni, malissimo in questo scorcio di stagione quando era atteso il salto di qualità da parte del tecnico, abortito miseramente al tramonto di un mortificante pomeriggio di fine autunno, dopo lo squallido 0-0 contro il Torino.

Tocca a Ringhio
Ora tutto passa nella mani ancora grezze di Gennaro Gattuso. Al vecchio Ringhio, uno dei pochi cuori rossoneri rimasti in società, si chiederà la scossa, quella scintilla invocata per tante settimane da Vincenzo Montella e che purtroppo non è mai arrivata. Stavolta però senza troppe aspettative a gravare sulle spalle dell’ormai ex tecnico della Primavera. A Gattuso non si chiederà il miracolo della rimonta in zona Champions - oggettivamente impensabile - nè tantomeno la vittoria in Europa League. La dignità però, mancata spesso in alcune sconcertanti prestazioni dell’ultimo Milan, quella si. Il desiderio di lottare sempre e comunque con il coltello tra i denti per meritare innanzitutto il rispetto dei tifosi. 
Dall’anno prossimo poi ci penserà Antonio Conte a strigliare ben bene i rossoneri, la panchina del futuro è tutta per lui.