25 aprile 2024
Aggiornato 16:30
MotoGP

Struttura, sponsor, piloti: Valentino Rossi prepara il suo futuro team di MotoGP

Il sasso nello stagno lo lancia Hervé Poncharal: «Ha già una squadra in Moto3 e Moto2, avrebbe un senso che passasse anche nella classe regina, non sono stupido!». E proprio la sua scuderia Tech3, l'unica satellite Yamaha, avrebbe le caratteristiche ideali per stringere una partnership con Vr46

Le moto del team Sky Vr46 in classe Moto2
Le moto del team Sky Vr46 in classe Moto2 Foto: Vr46

ROMA – Al di là delle dichiarazioni ufficiali, nel paddock della MotoGP sembrano esserci pochi dubbi al riguardo: «Si sente molto parlare, e io personalmente ne ho sentito molto parlare, del fatto che Valentino Rossi voglia fondare un suo team di MotoGP – commenta Hervé Poncharal, il boss del team Tech3, al sito specializzato internazionale Crash – Lui lo ha smentito, ma le voci non si fermano. E siccome lui ha già una squadra in Moto3 e Moto2, avrebbe senso un giorno crearne una anche in MotoGP. Non sono stupido!». Insomma, gli addetti ai lavori sono convinti che, un giorno, vedremo due moto dipinte con i colori nero-azzurri del team Vr46 anche sulla griglia di partenza della classe regina. Il problema, semmai, sta nel capire quando potrà accadere tutto ciò: «Cosa accadrà nel caso in cui Valentino si ritirerà a fine 2018? Non lo so – prosegue Poncharal – Valentino recentemente ha detto che potrebbe comunque continuare a correre anche nel 2019... Quello che vi posso dire, e questo è chiarissimo, è che i sei team indipendenti (Lcr, Pramac, Gresini, Tech3, Aspar e Avintia, ndr) hanno un contratto fino al 2010. Questo contratto precisa che nessun nuovo team può entrare nel campionato. Perciò sarebbe impossibile per qualcuno, diciamo per la Vr46, entrare nel 2019, a meno di ottenere l'accordo unanime da tutte le altre squadre, ma ciò non accadrà perché perderebbero valore. Quindi, se qualcuno vuole entrare, dovrebbe o comprare o stringere un accordo con una delle attuali scuderie».

Con i soldi della Monster...
In queste parole, forse, si nasconde una proposta indecente a Valentino Rossi? Del resto se, per portare i suoi colori in MotoGP, il Dottore dovesse accordarsi con uno dei team già in lizza, la scelta più ovvia sarebbe proprio quella di Poncharal, che gestisce l'unico team satellite della Yamaha: «Ho già firmato l'anno scorso l'accordo per il 2017 e il 2018», rivela il boss francese. Dunque, il piano di battaglia sembra già tracciato: il nome di Rossi, la struttura di Tech3, e come è ovvio le moto rigorosamente M1. Anche lo sponsor non sarebbe un problema, visto che l'azienda di bibite energetiche Monster dovrebbe rinnovare il suo legame con la casa di Iwata e la scuderia transalpina: «A Valencia l'anno scorso un loro rappresentante ci disse: 'Grazie per quello che abbiamo fatto insieme negli ultimi nove anni, ma il 2017 sarà l'ultimo perché vorremmo più visibilità e migliori risultati, con un team ufficiale'. E li capii: ero dispiaciuto ma non arrabbiato, perché fa parte del gioco. Ma grazie a ciò che hanno fatto Johann Zarco e Jonas Folger in questa prima metà dell'anno la loro posizione, come quella di tutti gli altri nostri sponsor, è cambiata: ora abbiamo intavolato trattative positive per il rinnovo».

...e i giovani italiani
I pezzi del puzzle ci sarebbero tutti, insomma: mancherebbe solo la scelta dei piloti. Su questo punto, davvero, fare dei nomi sembra prematuro, ma possiamo comunque divertirci a giocare con il fantamercato. Una delle possibili scelte del fenomeno di Tavullia l'ha già ipotizzata il manager Carlo Pernat proprio ai microfoni del Diario Motori: «Tra tre anni vedo questo scenario: Valentino, secondo me, smetterà sicuramente, e la sua squadra avrà la terza moto ufficiale vera della Yamaha in MotoGP. E chi ha detto che non potrebbe correrci Andrea Iannone, che è anche amico suo? Io penso che sarà così!». L'altro potrebbe essere un giovane, anch'egli italiano come da tradizione Vr46, e che il nove volte iridato conosce bene e stima molto, avendolo cresciuto sportivamente: Franco Morbidelli. «Franco è stato uno dei primissimi piloti della Academy – ha raccontato lo stesso Vale alla testata specializzata austriaca Speedweek – Il papà, che è un ex pilota, ha preferito trasferire la famiglia a Tavullia perchè voleva dare a Franco la possibilità di diventare un pilota. Da quel momento siamo diventati amici e penso che abbia un grande potenziale: ha un grande talento e sa andare fortissimo. Quest’anno lo sta dimostrando in Moto2. Quando ci alleniamo assieme, è sempre un grande problema batterlo, perciò penso che sarà un grande problema per tutti anche in MotoGP». Con un'investitura così...