29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
Formula 1 | Mercato piloti

Max Verstappen alla Ferrari? Lo spinge Carlos Sainz...

Nelle ultime settimane hanno ripreso vigore le voci secondo cui il baby fenomeno olandese sarebbe nel mirino di Maranello per la prossima stagione. «Tutto falso», smentiscono dalla Red Bull: e l'impressione è che dietro alle indiscrezioni ci sia il collega spagnolo che vuole fregargli il posto

Carlos Sainz e Max Verstappen
Carlos Sainz e Max Verstappen Foto: Red Bull

SPIELBERG – La Ferrari si è ritrovata, suo malgrado, proprio al centro di un intrigo di mercato piloti tutto interno alla Red Bull. Protagonista è Max Verstappen, il baby fenomeno olandese notoriamente stimato dal presidente Sergio Marchionne e oggi insoddisfatto di una monoposto, quella dei Bibitari, che in questa stagione non gli ha consentito finora di mettere in mostra le sue indubbie qualità di guida. Per questo motivo, secondo indiscrezioni circolate nel paddock con sempre maggior insistenza nelle ultime settimane, il 19enne si sarebbe iniziato a guardare attorno, e il suo sguardo si sarebbe poggiato in particolare proprio sull'ambitissimo sedile di Maranello. L'autorevole quotidiano spagnolo Marca si è spinto addirittura oltre, rivelando che Max avrebbe già firmato un precontratto con la Scuderia. Detta così sembra un'ipotesi credibile, perfino logica. Peccato che sarebbe falsa, anzi, addirittura fabbricata ad arte da un suo ex compagno di squadra.

Pettegolezzi a orologeria
Questo è quanto sostiene il giornalista Olav Mol, olandese anch'egli, che fa risalire la fonte di queste voci alla famiglia di Carlos Sainz, già vicino di box di Verstappen alla Toro Rosso ma, a differenza di quest'ultimo, rimasto nelle file del piccolo team di Faenza. Comprensibilmente infatti, visti i suoi risultati, lo spagnolo, anch'egli figlio d'arte, sta diventando insofferente all'idea di rimanere parcheggiato a vita nella seconda squadra della Red Bull, tanto da aver affermato a microfoni accesi giovedì scorso che «è improbabile che resterò qui per un quarto anno, sono pronto a fare un passo avanti nella mia carriera e non chiuderò la porta a nessuna opportunità». Nel corso della stagione hanno manifestato interesse nei suoi confronti altre squadre come Renault, Williams e McLaren, ma per sua stessa ammissione «il mio obiettivo numero uno è salire in Red Bull il prossimo anno, dove posso lottare per i podi e le vittorie». Da qui l'idea: liberarsi del rivale Max Verstappen, spingendolo verso la Ferrari, per poi occupare il suo sedile nel team delle Lattine. «Sainz vuole davvero lasciare la Toro Rosso – ha dichiarato il giornalista Mol al programma televisivo olandese Ziggo Sport – Lui e suo padre (campione di rally, ndr), anch'egli sponsorizzato dalla Red Bull, sono bloccati e non possono andare in nessun'altra squadra. Ma lanciando questo messaggio al mondo, sperano di seminare zizzania all'interno».

Troncato sul nascere
Bel tentativo, se non fosse che la casa madre non sembra esserci per niente cascata. «Gli accordi sono molto chiari – ha ribadito il team principal Christian Horner al sito specializzato internazionale Motorsport – Sappiamo quale sarà la nostra coppia di piloti per il prossimo anno e su questa stiamo lavorando e stabilendo i nostri programmi. Tutto il resto sono voci maligne, che ci infastidiscono un po', ma non cambiano niente». E Carlos Sainz? I suoi capi lo rimettono al suo posto con una bacchettata: «Abbiamo un'opzione con lui per i prossimi due anni e l'abbiamo esercitata, quindi resterà in Toro Rosso – taglia corto Horner – Non deve scordare che è in F1 solo perché la Red Bull ha investito su di lui quando era giovane, perciò le sue parole mi suonano un po' in malafede». «Anche il suo contratto è chiarissimo – aggiunge il plenipotenziario Helmut Marko – Forse suo padre sogna in grande, ma lui mi sembra abbastanza confuso. E si vede dalla guida: quest'anno ha già commesso degli errori sciocchi. Sapete come diciamo in Austria: 'Non si morde la mano che ti nutre'». Le strade di Sainz e Verstappen, insomma, sembrano sbarrate. A meno che la Ferrari, alla fine, non intervenga davvero.