18 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Il Cavallino rampante continua a non galoppare

Ferrari sempre più imbarazzante: ai box di Austin una scena da Paperissima

Alla lunga lista di inconvenienti di questa disastrosa stagione rossa si aggiunge anche il pit stop di Kimi Raikkonen nel Gran Premio degli Stati Uniti, ripartito con la ruota non montata. Sebastian Vettel quarto ma distantissimo dal podio

Kimi Raikkonen guarda la sua vettura parcheggiata dopo il ritiro
Kimi Raikkonen guarda la sua vettura parcheggiata dopo il ritiro Foto: Ferrari

AUSTIN – Sembra quasi che la Ferrari si sia messa in testa di collezionare, nell'arco di una sola stagione, tutti i possibili inconvenienti sulla vettura. Così, dopo i problemi tecnici, gli errori di guida, gli svarioni strategici, nel Gran Premio degli Stati Uniti è regolarmente arrivato anche l'ultimo (per ora) che mancava all'appello: il pasticcio al pit stop. Costato caro a Kimi Raikkonen, che ha perso un possibile quarto posto ripartendo dalla sua terza e ultima sosta ai box, al giro 38, quando la sua ruota posteriore destra non era stata ancora correttamente fissata. «In qualche modo era rimasta attaccata, perché non è venuta via nemmeno quando mi sono fermato, ma un problema c'era – racconta Iceman – Ho notato che qualcosa non andava quando ho visto le scintille che si sollevavano dal retrotreno. Così ho subito rallentato, ma non conosco il motivo per cui la gomma non era stata montata al 100%». Il pilota finlandese è stato però costretto a mettere la retromarcia, a rientrare in corsia box e ad alzare la bandiera bianca. E, oltre al danno la beffa, la Scuderia è stata pure punita con cinquemila euro di multa dalla Federazione per aver fatto ripartire dal pit stop la sua vettura in condizioni insicure. «Peccato, perché la macchina si stava comportando piuttosto bene – si rammarica Kimi – Avevamo una velocità decente, ma non siamo riusciti a farci nulla, perché non abbiamo finito la gara. È stato uno di quei weekend...». Che iniziano ad essere la stragrande maggioranza, in questa maledetta stagione della Ferrari.

La strategia sfigata di Vettel
Al suo compagno di squadra Sebastian Vettel, invece, è toccato un inconveniente più tradizionale: una scelta sfortunata del muretto. I suoi tecnici hanno infatti optato per una strategia diversa dai diretti rivali, facendolo restare più a lungo in pista nelle fasi iniziali con le gomme supersoft, e più brevemente a metà gara con le morbide. Una tattica che è andata in pezzi quando il ritiro di Max Verstappen ha convinto i commissari a dichiarare la virtual safety car, dando l'opportunità agli avversari di effettuare la propria sosta perdendo meno tempo del ferrarista. «Poteva essere una bella gara – sostiene Seb, quarto al traguardo – Quando gli altri si sono fermati ai box prima di noi, ci hanno dato la possibilità di provare qualcosa di diverso e siamo rimasti in pista più a lungo per mettere loro pressione. Poi abbiamo anticipato il secondo pit stop per montare gli pneumatici medi e conservare la posizione su Max. Ovviamente uno o due giri dopo è arrivata la virtual safety car: non è stato ideale. Altrimenti penso che avremmo potuto puntare al podio». Ci prova, Vettel, ad infilare un po' del suo tipico ottimismo nell'analisi della gara di Austin, ma la sua posizione è difficile da sostenere, vedendo che la distanza dalla Red Bull giunta davanti a lui alla bandiera a scacchi, quella di Daniel Ricciardo, è stata di ben 24 secondi. «In ogni caso penso che la quarta posizione fosse il massimo che potevamo ottenere oggi – si corregge infatti poco dopo – In generale, la macchina era migliore oggi di ieri, era più veloce ed è stata al livello delle Red Bull per la maggior parte della gara, anche se in alcuni giri loro erano ancora un po' più rapidi». E così, anche in questo weekend, va in archivio un'altra gara da dimenticare.