20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Sarà lui il prossimo boss della Rossa?

Binotto, spunta un nuovo pretendente per la poltrona di Maurizio Arrivabene

Il team principal della Ferrari resta destinato a fare le valigie alla fine dell'anno e a Maranello continua la ricerca di un sostituto. L'ultimo nome che trapela dalle indiscrezioni è quello dell'ingegnere italo-svizzero, appena promosso a direttore tecnico

Il team principal Maurizio Arrivabene con Kimi Raikkonen
Il team principal Maurizio Arrivabene con Kimi Raikkonen Foto: Ferrari

MARANELLO – I soliti ben informati lo davano per spacciato già prima dell'estate. Poi, in casa Ferrari, ha prevalso il buon senso: i piani alti di Maranello, in altre parole, hanno valutato che una rivoluzione ai vertici nel bel mezzo della stagione (o, per meglio dire, una seconda rivoluzione, dopo quella nata dall'addio del direttore tecnico James Allison), con una crisi di risultati ormai conclamata e perfino la consolazione del titolo di vicecampioni che sta prendendo il volo in direzione Red Bull, non fosse proprio l'idea migliore. Eppure, nel frattempo, la situazione per il team principal Maurizio Arrivabene non è certamente migliorata, come del resto non sono migliorate nemmeno le prestazioni della fallimentare SF16-H, l'ultima creatura della sua squadra che finora non è riuscita a portare a casa il becco di una vittoria. Il destino del numero uno sportivo del Cavallino rampante, insomma, resta segnato. Tanto il presidente Sergio Marchionne quanto gli azionisti del gruppo Fca (la famiglia Agnelli, insomma) e perfino i tifosi chiedono la sua testa, non avendo nemmeno sfiorato gli obiettivi che gli erano stati imposti. E lui stesso, dopo una vita trascorsa alla Marlboro, si è accorto a sue spese che gestire un team di Formula 1 non è la stessa cosa che vendere sigarette, e dunque si è stufato di vedere la sua immagine di manager fatta progressivamente a pezzi dai Gran Premi balbettanti della Rossa di quest'anno.

Un direttore... tecnico
Quello tra il 59enne dirigente bresciano e la Ferrari, dunque, si prospetta come un divorzio consensuale, che le voci di corridoio giurano sia destinato a consumarsi senza lacrime alla fine di questa stagione. Il vero problema per Marchionne, quindi, non sarà tanto quello di liberarsi dell'attuale boss della Scuderia, quanto semmai quello di trovare un sostituto all'altezza. Come già avvenuto con la ricerca di un nuovo direttore tecnico per sostituire Allison, i pezzi grossi delle altre scuderie hanno risposto «no grazie» all'offerta di trasferirsi a Maranello: troppo rischiosa la prospettiva di unirsi ad una squadra oggi nel caos e di cui nemmeno l'immediato futuro sembra particolarmente roseo. Dunque, anche la soluzione potrebbe essere la stessa trovata per la direzione tecnica: un nome interno. Anzi, proprio lo stesso nome: Mattia Binotto. Il 46enne ingegnere italo-svizzero, infatti, è uno dei pochi promossi in questa stagione disastrosa per l'intero team: da capo dei motoristi è riuscito a portare il propulsore a raggiungere la mostruosa potenza del rivale Mercedes, e anche dopo la promozione a dt ha confermato le sue ottime doti di gestione delle risorse umane. In più, manco a dirlo, conosce la squadra come le sue tasche, visto che ci milita ormai dal 1995. Sulla carta il suo identikit sembra perciò quello ideale per dirigere l'intero reparto corse. E chissà se davvero, come sostengono le ultime indiscrezioni trapelate da Maranello, Binotto sta per bruciare del tutto le tappe e salire un altro gradino della sua carriera in Ferrari. Il più alto di tutti.